Come diventare terrorista se vivi in Occidente

Gira su twitter dallo scorso 19 marzo. S'intitola « How To Survive in the West » («Come sopravvivere in Occidente») ed è il manuale più aggiornato per i lupi solitari del «jihad» nascosti tra le pieghe d'Europa e Usa. Più che una Bibbia del «terrorista fai da te» è un meticoloso taglia e cuci di 71 pagine in cui gli autori condensano una serie di consigli indispensabili non solo per muoversi indisturbati nella « dar al harb » - la «terra della guerra» - ma anche per reperire armi, fabbricare bombe e colpire al cuore gli odiati « kufr », infedeli.

Il libretto, scritto in inglese, è chiaramente destinato ad un pubblico di non-arabi, di convertiti o di islamici di seconda o terza generazione cresciuti lontani dai paesi d'origine. Esattamente il pubblico su cui punta lo Stato Islamico per allargare i propri militanti e trasformarsi in movimento mondiale. Un obbiettivo indicato anche nella citazione di copertina attribuita al Abu Musab Al Zarqawi, il decapitatore che nel 2004 fonda e guida la cellula alqaidista irachena da cui, ucciso lui, sorgerà lo Stato Islamico. «La scintilla si è accesa qui in Iraq - recita la citazione - e la sua fiamma s'intensificherà fino a quando incenerirà le armate crociate». Tutto, insomma, nell'ottica di quella grande «guerra santa» destinata a culminare, come promesso dal Profeta Maometto, con «la conquista della capitale d'Europa, Roma». Il tunisino Lassad Briki ed il suo compare pakistano Muhammad Waqasnon, arrestati ieri a Brescia, devono però averlo sfogliato senza troppa convinzione. Studiando il quarto capitolo, dedicato alla sicurezza su internet avrebbero capito che la prima preoccupazione di qualsiasi jihadista online dev'essere quella di utilizzare navigatori di rete capaci di cambiare e occultare l'indirizzo Ip dell'utente. E avrebbero appreso che qualsiasi comunicazione telefonica, oltre a non contenere riferimenti diretti a persone od obbiettivi reali e utilizzare tessere telefoniche contraffatte, deve avvenire accendendo il telefonino di «servizio» lontano da casa per non consentirne l'immediata localizzazione. Nei primi capitoli il manuale spiega anche come non farsi notare dai potenziali nemici occidentali. «Se non vi siete mai fatti crescere la barba prima non fatelo ora perché attirereste solo attenzioni indesiderate». Nel secondo capitolo, dedicato ai finanziamenti, vengono caldamente suggerite le truffe con carte di credito via internet. Nel quinto, incentrato sull'addestramento, si consiglia la preparazione al combattimento urbano temprando cuore e polmoni in massacranti saliscendi dei palazzi cittadini. In quello successivo, consacrato alla realizzazione di attrezzature di sopravvivenza in miniatura, scopriamo che ogni buon mujhaeddin dovrebbe portarsi dietro un bel profilattico trasformabile in caso di necessità «in un contenitore d'emergenza per almeno un litro d'acqua». La più consigliata tra le bombe artigianali è, invece, la famosa pentola a pressione piena di schegge ed esplosivo usata nel 2013 dai fratelli ceceni Tamerlan e Dzochar Carnaev per far strage alla maratona di Boston. Ma una grande attenzione viene dedicata anche alle istruzioni per la trasformazione dei telefonini in telecomandi per l'attivazione degli ordigni artigianali.

«Il principio è molto semplice compra due cellulari da pochi soldi, collegane uno all'esplosivo e usa l'altro per chiamarlo. I mujaheddin usano questa tecnica in tutto il mondo. E facile da realizzare e molto sicura perché puoi startene ad una buona distanza mentre attivi il congegno».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica