"Le donne? Parlano troppo". Olimpiadi senza quote rosa

Mori, presidente del comitato organizzatore ed ex premier, costretto a scusarsi. Ma non lascia l'incarico

"Le donne? Parlano troppo". Olimpiadi senza quote rosa

L'obiettivo parità di genere è fissato per le Olimpiadi di Parigi 2024, ma già da quest'anno le donne saranno poco meno della metà degli atleti in gara a Tokyo, il 48,8%. Eppure anche stavolta - come ogni buon evento che si rispetti - il copione si ripete. Le frasi sessiste - o ironiche, secondo qualcuno - di un uomo con ruolo e poltrona di primo piano, la bufera che ne consegue, le scuse postume di chi ammette di aver sbagliato, e poi tutto come prima. Fino alla prossima gaffe. Nell'occhio del ciclone stavolta è finito Yoshiro Mori, 83 anni, presidente del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi di Tokyo ed ex primo ministro, che con le sue dichiarazioni ha aggiunto altri guai all'appuntamento sportivo, già colpito dal rinvio per coronavirus e posticipato di un anno all'estate 2021, con il sospetto che l'emergenza sanitaria possa ancora costringere alla cancellazione.

Ma ecco le frasi incriminate: «Nei consigli di amministrazione con tante donne si perde molto tempo». La ragione? Parlano troppo. «Hanno difficoltà a finire i loro interventi». Anzi peggio: «Le donne hanno spirito di competizione. Se una alza la mano (per intervenire, ndr), le altre credono che debbano esprimersi anche loro. E finiscono per parlare tutte», spiega Mori durante una riunione on-line i cui contenuti finiscono sui giornali. Apriti cielo. Passano pochi giorni e la marea anti-Mori si alza. La ferita è aperta in un Paese dove la parità di genere è ancora lontana. Il primo ministro Yoshihide Suga, che nel 2015 era il braccio destro dell'ex premier Shinzo Abe, si presentò in tv rivolgendosi direttamente alle donne: «Per favore, fate molti figli». E il suo attuale vice, Tar As, che è anche ministro delle Finanze, appena un anno fa ha dichiarato che il vero problema del Paese non sono gli anziani ma le donne senza figli. Secondo il report 2020 del World Economic Forum sul «gender gap» mondiale, il Giappone occupa il posto 121, su un totale di 153 Paesi, e questo nonostante il tasso di occupazione femminile sia cresciuto del 10% in quasi dieci anni e abbia raggiunto quota 72,6% nel 2019 (dati Ocse) contro il 63,2% del 2010. Le donne sono sottorappresentate in politica e nei consigli di amministrazione e sono ancora associate allo stereotipo che le vuole regine del focolare domestico.

Ma il clima sta cambiando anche qui, dove il movimento #MeToo ha visto protagonista la giornalista Shiori Ito, che è riuscita a ottenere la condanna per stupro del suo ex capufficio, scoperchiando il vaso di Pandora delle molestie sessuali in Giappone. Così, dopo aver messo il dito nella piaga, il presidente del Comitato Olimpico Mori è stato costretto a scusarsi: erano dichiarazioni «contro lo spirito dei Giochi Olimpici e Paralimpici». Ma del suo futuro nel Comitato non si discute: «Non mi dimetterò». Eppure la sua stella rischia di venire definitivamente offuscata in patria, dove le Olimpiadi non sono viste di buon occhio a causa dell'emergenza sanitaria.

I sondaggi dicono che l'80% dei giapponesi vorrebbe che i Giochi fossero rimandati o annullati. Il governo è stato costretto ieri a smentire indiscrezioni di stampa secondo le quali si prepara a cancellare le Olimpiadi. Mori promette: «Si faranno a ogni costo»

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