Si dice che la fama sia talmente effimera da disperdersi come l'aria in poco tempo. Lo sa bene Matteo Renzi, che ha cavalcato l'onda del gradimento per diversi mesi per poi trovarsi schiantato sulla spiaggia del 2%. E presto potrebbe scoprirlo anche Giuseppe Conte. Il (quasi ex) premier viene infatti dato da tempo come "il più popolare dei politici" (D'Alema dixit) ma l'arrivo di Draghi sulla scena rischia di trascinarlo giù dall'Olimpo.
Sono bastate 48 ore all'ex presidente della Bce per scalzare il leader della "alleanza per lo sviluppo sostenibile" (che poi, che vuol dire?). Una ricerca condotta sui sentiment social verso i politici, infatti, colloca Draghi al primo posto della classifica con il 35,50% di sentiment positivi, già al di sopra del dimissionario Giuseppi fermo al 29,50%. La ricerca è stata condotta da Spin Factor, società leader nella consulenza strategica istituzionale, politica e aziendale, attraverso Human, la propria piattaforma di web e social listening sviluppata interamente con algoritmo italiano, realizzata in collaborazione con Osservatorio Social. I numeri sono chiari, calcolati sulla base dei post degli utenti di Facebook, Twitter e Instagram tra il 2 e il 4 febbraio. In cima svetta Draghi, poi Conte, e la top five prosegue con Matteo Salvini (24,81%), Nicola Zingaretti (24,68%) e Giorgia Meloni (22,20%). Alle ultime tre posizioni troviamo Luigi Di Maio, 20,57%, Carlo Calenda, 20,41%, mentre Matteo Renzi si confema in ultima posizione con il 18,09%. “Dall’analisi - spiega Tiberio Brunetti, fondatore e amministratore di Spin Factor - emerge che quella di Draghi è la figura che più mette d’accordo gli italiani sulla gestione di questa fase politica che si aperta dopo la crisi".
Il sondaggio è interessante, sebbene Conte sia sceso "solo" dal primo al secondo posto. Per un motivo in particolare. Oggi infatti Giuseppi gode della grande visibilità riservata a tutti i presidenti del Consiglio. Bene o male che sia, di un premier si parla. Va in televisione. Viene citato dagli avversari politici. È insomma al centro della scena politica e la sua "popolarità" ne trae vantaggio. Ma cosa accadrà quando Conte non risiederà più a Palazzo Chigi, verrà invitato meno in televisione, non potrà fare conferenze stampa a reti unificate? Non è un parlamentare, dunque rischia di tornare nell'anonimato della ricerca universitaria. Non è un caso se nella (imbarazzante) conferenza di ieri, con tanto di tavolino improvvisato, Conte si sia proposto come guida del M5S e leader dell'allenaza progressista. Non vuole scomparire. E per farlo deve ritargliarsi un ruolo "ufficiale". Il fatto che Draghi abbia già più sentiment positivi di lui è un primo campanello di allarme.
Spin Factor ha inoltre analizzato circa un milione e duecento mila parole, tra i post prodotti, aventi ad oggetto conversazioni social sul “Governo Draghi”. Da qui emerge che oggi la richiesta di appoggio al governo è molto più forte di chi chiede di andare al voto. Dopo Mario Draghi è infatti “fiducia” la parola più digitata dagli italiani. “Renzi, nonostante in queste ultime ore sia il leader più citato dagli utenti della rete dopo Draghi, e più di Conte, resta saldamente ultimo - fa notare Brunetti - Da tempo il trend del leader di Italia Viva è consolidato negativamente: può essere tra i più citati, può essere al Governo con Pd e 5 Stelle, può provocare la crisi, può dire sì a Draghi, il sentiment positivo resta sempre basso. In sintesi viene premiato chi costruisce, non chi rompe. Chi propone soluzioni, non chi fa polemica.
In questo senso Salvini che si è mostrato molto più aperto della Meloni all’ipotesi di un Governo Draghi, ha recuperato punti, mentre la leader di Fratelli d’Italia con una linea più rigida ha fatto qualche passo indietro. Gli italiani in questa fase vogliono risposte, sicurezza e una guida affidabile”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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