Due bombe a New York. Torna l'incubo attentati

Un'esplosione a Chelsea, zona della "movida": 29 feriti. Trovato un secondo ordigno inesploso

Due bombe a New York. Torna l'incubo attentati

Un forte boato, poi l'intensificarsi delle sirene, gli elicotteri, il traffico bloccato in gran parte di New York: quello che sembrava un tranquillo sabato sera di fine estate è stato sconvolto dall'esplosione avvenuta a Chelsea, nel cuore di Manhattan, che ha causato il ferimento di 29 persone, tutte già dimesse dall'ospedale. La deflagrazione è avvenuta intorno alle 20.30 locali sulla 23esima Strada, tra la Sesta e la Settima Avenue, una zona affollata di bar e ristoranti, e molto frequentata anche dai turisti. Un secondo ordigno, una pentola a pressione con un cellulare e dei fili elettrici attaccati, è stato ritrovato poco dopo, ancora inesploso, a quattro isolati di distanza.

L'accaduto, definito dal sindaco di New York Bill e Blasio «un atto intenzionale», pur se al momento «non correlato ad una matrice islamica o a forme di terrorismo internazionale», ha riacceso il timoriedi attentati sul suolo americano. Soprattutto poiché a meno di ventiquattr'ore dall'esplosione nella metropoli sono in arrivo oltre 135 capi di Stato e di governo in occasione dell'Assemblea Generale Onu, tra cui il presidente Usa Barack Obama (informato subito, come ha confermato la Casa Bianca) e il premier Matteo Renzi.

La città si è svegliata blindata, non solo nella zona di Chelsea, ancora transennata dalla polizia e dall'Fbi, e l'allerta è massima: come ha confermato il commissario dell'Nypd, James O'Neill, è stata rafforzata la sicurezza nelle stazioni ferroviarie e degli autobus, negli aeroporti e nella metropolitana. Il capo della polizia ha rivelato che le indagini sono complesse, e al momento non ci sono conclusioni. Soprattutto, è fonte di preoccupazione che dopo l'esplosione non sia ancora stato preso nessuno, nonostante l'area sia popolata da un'indecifrabile numero di telecamere di sorveglianza, a partire da quelle della grande banca all'angolo tra la 23esima e la Sesta Avenue. «Troveremo chi ha messo questa bomba e lo puniremo», ha tuonato il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, assicurando: «Non consentiremo a questo tipo di minaccia di rovinare le nostre vite». Poi, ha spiegato come «siamo ancora alla fase preliminare, che non ci consente di collegare l'esplosione a nessuna organizzazione».

Da parte sua, il sindaco de Blasio ha detto che «bisogna essere molto pazienti, e non ci sono risposte facili». «Sappiamo che è stata una bomba, che si è trattato di un incidente serio, ma c'è ancora molto da fare per capire il movente e chi sono gli autori», ha precisato, invitando i cittadini ad essere «vigili». Il primo cittadino ha escluso almeno per ora legami tra l'episodio di Chelsea e quello dell'ordigno esploso sabato mattina lungo l'itinerario di una corsa podistica di beneficenza a Seaside Park, in New Jersey, che non ha causato morti o feriti solo perché lo start è stato ritardato.

All'indomani dell'esplosione nel quartiere newyorkese i volti di passanti, curiosi e residenti sono preoccupati e impauriti. La vita va avanti, c'è chi fa jogging, chi esce per la spesa domenicale, chi per il brunch, ma gli sguardi sono tesi, l'atmosfera elettrica. Gli abitanti della zona sono ancora sotto choc, e raccontano che il boato è stato fortissimo. «È successo in fretta, sono stata sbalzata in aria e buttata a terra, poi ho realizzato che sul mio viso scorreva sangue», ha raccontato una donna ferita.

Mentre un ragazzo che era a cena in un locale vicino a dove è esploso l'ordigno ha raccontato di aver sentito vibrazioni talmente forti che il suo piatto ha iniziato a tremare. Seppure per pochi istanti, Chelsea si è trasformata in una città di frontiera.

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