La decisione era nell'aria da qualche anno, da quando il Preseminario San Pio X in Vaticano, la «scuola» dei chierichetti del Papa era finita al centro di un'inchiesta della magistratura d'Oltretevere per presunti abusi sessuali. Francesco ha deciso adesso di chiudere la struttura, chiedendo ai responsabili dell'Opera Don Folci della Diocesi di Como, che gestisce il Preseminario autorizzato da Pio XII nel 1956, di trasferirlo dal mese di settembre fuori dalle mura leonine «in un luogo conveniente».
La notizia è stata diffusa con un comunicato dalla Sala Stampa della Santa Sede, precisando che la decisione arriva «anche per favorire la vicinanza dei giovani studenti ai luoghi dove svolgono i loro studi e praticano le loro attività ricreative». È stato lo stesso Pontefice a comunicarlo personalmente in un'udienza privata a don Angelo Magistrelli, rettore della struttura, chiedendogli però di continuare a far svolgere ai chierichetti il servizio liturgico nella Basilica di San Pietro. Non è un mistero che da quando era stata scoperchiata la vicenda degli abusi, con la testimonianza di un amico della presunta vittima nel libro Peccato Originale di Gianluigi Nuzzi, Francesco avesse chiesto ai responsabili e alle autorità competenti che si facesse subito luce sulla questione. E così nell'ottobre 2020 si era aperto il processo in Vaticano (un processo analogo è aperto anche presso il Tribunale Penale di Roma). Due i preti sul banco degli imputati: don Gabriele Martinelli, all'epoca dei fatti seminarista e accusato di abusi sessuali e don Enrico Radice, ex rettore del Preseminario accusato di favoreggiamento. Secondo l'accusa le violenze sono avvenute fino al 2012 da parte di don Martinelli, classe 1992, ai danni della presunta vittima, classe 1993, che nel corso del processo ha testimoniato di aver subito «abusi continui per sei anni» nella sua camera o in altri ambienti del Palazzo San Carlo, a due passi dalla Domus Santa Marta, la residenza del Papa. Secondo gli inquirenti, Martinelli, essendo seminarista più «anziano», avrebbe abusato della sua autorità dovuta al suo ruolo di tutore e coordinatore delle attività dei seminaristi. Don Radice, 71 anni, è accusato invece di aver aiutato Martinelli, in Italia e anche all'estero, a eludere le investigazioni dopo i reati di violenza carnale e libidine.
Una decisione radicale quella di Francesco che non ha ritenuto necessario attendere la chiusura del processo in Vaticano: il Papa ha infatti preferito il trasferimento del Preseminario fuori dalle mura «per garantire», spiega un alto prelato vicino al Pontefice,«una maggiore tutela dei bambini che lo frequentano e tenerli alla larga da eventuali
future spiacevoli vicende». Intanto il processo a carico dei due ecclesiastici va avanti e il 7 giugno prossimo il Tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone, ascolterà cinque nuovi testimoni, quattro sacerdoti e un laico.
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