Soluzioni condivise per un problema che non riguarda solo l'Italia ma tutti i paesi europei, è questa la linea italiana sull'immigrazione che emerge dal Consiglio Ue Giustizia e Affari Interni che si è tenuto ieri a Bruxelles e a cui ha partecipato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Tra i dossier al centro del Consiglio Ue, c'è il patto di solidarietà su migrazione e asilo di cui si continua a discutere in Europa. Il Commissario Ue agli Affari interni Ylva Johansson al termine ostenta tranquillità: «C'è stato un sostegno unanime al principio politico sull'equilibrio tra la solidarietà e la responsabilità. Ora la presidenza svedese lavorerà alla parte tecnica per arrivare a una proposta legislativa».
Per il ministro dell'Interno ceco Vít Rakusan della presidenza del Consiglio Ue, si sta lavorando per «finalizzare anche il concetto della nostra presidenza sulla solidarietà e la responsabilità. Siamo davvero contenti di avere il sostegno degli Stati membri ed è davvero un'ottima base per la prossima tappa della prossima presidenza». Nonostante gli auspici, permangono però le divisioni in particolare tra Italia e Francia sul tema della responsabilità dei salvataggi dei migranti in mare. Secondo fonti dell'Eliseo: «La questione specifica dell'applicazione del diritto, che è la questione su cui eravamo divisi con le autorità italiane, non è stata risolta. Non abbiamo riscontrato, almeno in questa fase, alcun cambiamento nella posizione delle autorità italiane sull'applicazione del diritto dello Stato di bandiera, mentre noi riteniamo che il diritto preveda la responsabilità primaria degli Stati della zona Sar». In ogni caso si sta collaborando per trovare una soluzione condivisa anche con il coinvolgimento di paesi terzi europei: «L'idea spiegano le fonti francesi - è progredire sia sulla cooperazione, in particolare, sulla modifica del diritto internazionale per una migliore cooperazione con le Ong, sia progredire, ovviamente, sui due aspetti del Patto su asilo e immigrazione, sugli aspetti di solidarietà e responsabilità, il primo aspetto è ovviamente quello che più interessa alla Meloni».
Il consiglio Ue ha anche discusso l'inclusione nell'area Schengen di Croazia, Romania e Bulgaria sottolineando come i tre Paesi candidati siano «pronti a garantire la protezione delle nostre frontiere esterne». Mentre in Europa si discute, continuano gli sbarchi a Lampedusa con sessantatré migranti soccorsi da una motovedetta della Guardia di Finanza e altri centoquarantanove profughi tutti accompagnati nell'hotspot di contrada Imbriacola dove si trovano più di 1.200 ospiti. Intanto, tre navi Ong tra cui la Geo Barents e la Humanity 1, attendono l'assegnazione di un porto sicuro per lo sbarco di oltre 500 migranti a bordo.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dopo aver incontrato il suo omologo austriaco Alexander Schallenberg, ha sottolineato, oltre alla necessità di una stabilità nell'area dei Balcani, che «è necessario rispettare le regole e ciò riguarda anche le Ong che operano nel Mediterraneo: l'Italia non è contraria al principio di solidarietà». Tajani ha poi ribadito l'urgenza di una risposta comunitaria: «Per l'immigrazione servono soluzioni europee. Non è un problema di un singolo stato.
Serve una strategia europea di breve, medio e lungo termine, a breve termine dobbiamo modificare l'accordo di Dublino e per questo dobbiamo passare dal principio di unanimità a quello di maggioranza qualificata».Si continuerà a discutere dell'argomento immigrazione al Vertice Euromediterraneo che si terrà oggi ad Alicante a cui è prevista anche la partecipazione del premier Giorgia Meloni.
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