E Giorgetti vola in Germania per chiedere più unità sull'energia e misure anti-inflazione

L'omologo tedesco Lindner: "La sua prima missione a Berlino? Molto positiva"

E Giorgetti vola in Germania per chiedere più unità sull'energia e misure anti-inflazione

Prima missione all'estero del nuovo governo italiano. Ieri il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha incontrato a Berlino il titolare tedesco delle Finanze, Christian Lindner. Il colloquio ha riguardato le problematiche del caro-energia nei rispettivi Paesi. La visita è stata organizzata per conservare buoni rapporti tra le due nazioni al di là delle divergenze che pure ieri si sono manifestate. Lindner, infatti, ha definito «molto positivo» il fatto che l'esecutivo Meloni abbia scelto Berlino come prima tappa in virtù dei comuni interessi economici.

Giorgetti ha sottolineato che il rallentamento dell'economia e l'andamento dell'inflazione rappresentano le emergenze che i governi europei devono affrontare. Il ministro tedesco delle Finanze «ha ribadito che i 200 miliardi di euro nello scudo di difesa dalla crisi dell'energia sono coerenti con i requisiti della Commissione Ue, proporzionati alle dimensioni dell'economia tedesca e, infine, non necessariamente devono essere spesi tutti nell'orizzonte temporale previsto, ovvero il periodo 2022-2024». Proprio ieri, infatti, è stato presentato il bazooka tedesco, operativo da gennaio per le imprese e da marzo per famiglie e Pmi. In pratica, è un tetto ai prezzi che funziona con il rimborso della differenza pagata dagli acquirenti rispetto alla soglia fissata.

I due ministri «hanno parlato specialmente di contrasto all'inflazione convenendo sul fatto che la politica monetaria non basti e bisogna agire anche con misure di bilancio».

E proprio a questo proposito Giorgetti ha evidenziato l'importanza che l'Unione europea «abbia una politica e una strategia energetica comuni maggiormente incisive». D'altronde, nella visita odierna del premier Meloni a Bruxelles si ribadirà, da un lato, la necessità di fissare un price cap negli acquisiti di gas, di disaccoppiare i prezzi del gas destinato alla produzione di elettricità da quello per altri usi e, soprattutto, si chiederà lo sblocco dei fondi comunitari di coesione 2014-2020 per intraprendere misure di contenimento dei rincari (all'Italia sono avanzati 47 miliardi ma ne potrebbe utilizzare solo il 10%; ndr). Ecco perché quel «maggiormente incisive» utilizzato da Giorgetti nel comunicato significa che la Germania non deve aver mutato di molto il proprio orientamento sia sul tetto ai prezzi che, soprattutto, sull'emissione di debito comune per contrastare l'emergenza. Ipotesi che, in realtà, rappresenterebbe l'extrema ratio sulla base delle iniziative elencate dall'ultimo Consiglio Ue. Di qui la ricerca di una sponda anche in Francia: Giorgetti la prossima settimana sarà impegnato con Eurogruppo ed Ecofin a Bruxelles e in quella sede incontrerà il suo omologo francese Bruno Le Maire.

Se le trattative in sede comunitaria sono ancora in una fase iniziale, diversa è la

situazione sul fronte interno. Ieri Gas Infrastructure Europa, che rappresenta tutti gli operatori continentali del settore, ha comunicato che le scorte italiane di gas hanno raggiunto il 94,45% di riempimento al 31 ottobre.

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