E Matteo lo sfida a testa bassa: "Finito il tempo delle dinastie"

E Matteo lo sfida a testa bassa: "Finito il tempo delle dinastie"

Roma Al Cavaliere dà carta bianca, ma solo sul Milan. Ci mancherebbe per uno come Matteo Salvini cresciuto a notti di coppe e di campioni e ora attapirato dalla prospettiva cinese. Per il resto strategia e ruoli da rivedere, magari con la Meloni. L'ennesimo atto del «qui comando io» vede la secca risposta del leader della Lega Nord all'intervista rilasciata da Silvio Berlusconi a la Repubblica. Salvini viene dipinto come uno che fa lo sbruffone davanti ai microfoni ma che in privato è generalmente fedele alla linea? Non resta che ribattere. Va da Maria Latella a Sky Tg 24 per parlare di Brexit, di Trump e di svolta. Perché sognare è lecito come ai tempi di Gullit e van Basten. «Cerco di avere un progetto chiaro, io: sono partito con la Lega al 3%, in questo momento i sondaggi danno la Lega al 14, posso supporre che gli italiani se un messaggio è chiaro, pulito, onesto e concreto lo votino in massa. Dopo la Brexit e Donald Trump niente è più impossibile, mi pare che l'aria sia cambiata». E già. Aria di leadership indiscussa? «Lo scelgono gli italiani chi sfida Renzi e chi sfida Grillo. Non lo decide Berlusconi, basta dinastie», dichiara il segretario leghista che si dice pronto a viaggiare l'Italia per acchiappare consenso. Se poi le primarie del centrodestra si facessero e lui perdesse la sfida assicura che non abbandonerebbe la coalizione. D'altra parte, lo stesso Salvini sembra escludere la possibilità di un'alleanza con Grillo («Cambia idea ogni quarto d'ora»), prefigurando piuttosto una Lega capace di correre da sola.

Nell'intervista a Repubblica, Berlusconi parla di intese (quasi) totali con Salvini. Il disaccordo è sull'uscita dall'euro. Punto non trascurabile secondo il leader del Carroccio: «Un Paese non è libero se non controlla i confini, la moneta e le banche. Chiunque si voglia alleare con noi su questo deve avere idee chiare. Perché il tenere i piedi in due scarpe, un po' col Pd e un po' con Salvini, un po' con la Merkel e un po' con Salvini non esiste». A segnare le distanze tra i due leader i tempi del voto. «Le elezioni prima di novembre sono impossibili», spiega il numero uno di Forza Italia a la Repubblica. Di diverso avviso Salvini «pronto a votare domani», sottolineando che «chiunque prenda la scusa della legge elettorale senza volerla cambiare traccheggia».

E conclude: «Il sistema proporzionale è l'anticamera dell'inciucio. Se Berlusconi pensa di prendere voti dal centrodestra per poi portarli a governare col centrosinistra, come ha fatto Alfano, lo dica subito». Domenica sera a San Siro c'è la Fiorentina: servono punti pesanti.

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