Mercato immobiliare in picchiata. A oggi si contano circa 200mila transazioni in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente solo nell'ambito privato, ma la stima è ferma al primo semestre. Nella previsione più rosea il settore, pur riguadagnando qualche punto, si fermerà al 15% di indebolimento; quanto invece al comparto commerciale il dato delle transazioni scende ancora fino al 25%, sempre stando a quanto riportano i dati di prima dell'estate.
Tuttavia le aspettative non pronosticano nulla di buono considerando che alle difficoltà economiche e gestionali delle piccole e medie imprese, già gravate dal lockdown di primavera che ha contribuito enormemente alla crisi finanziaria attuale, si deve sommare pure il deficit organizzativo dello smartworking. Meglio sarebbe chiamarlo semplicemente homeworking perché i diversi impiegati e funzionari pubblici, deputati allo sbroglio di pratiche urbanistiche ed edilizie, a casa propria, risultano decisamente limitati a svolgere quelle mansioni necessarie a concludere trattative immobiliari. Tant'è che senza gli opportuni documenti qualsivoglia transazione che potrebbe invece essere conclusa viene limitata e si arena nei meandri della rete senza utili né futuro. Per non parlare poi dei contenziosi legali che la categoria degli agenti immobiliari in questo periodo si sta prodigando a frenare tra le parti delle compravendite cercando di mediare tra proroghe e posticipi negli atti notarili.
La Fimaa, federazione dei mediatori e agenti immobiliari di Confcommercio, segnala, oltre al crollo delle compravendite e al calo del valore immobiliare soprattutto nel comparto commerciale, l'impossibilità di stipulare e concludere la vendita per mancanza di materiale documentale del catasto e di Agenzia delle entrate nonché documenti relativi ai passati condoni edilizi. Gli impiegati comunali di tutta Italia sono in smartworking e magari ricevono presso gli uffici comunali, per la presentazione delle pratiche, solo un giorno a settimana. Risultato: per avere un pezzo di carta che prima si otteneva in una settimana, ora servono 3 mesi.
Gli archivi comunali e catastali non sono opportunamente digitalizzati e, anche se lo fossero parzialmente, le reti internet troppo deboli non sono in grado di supportare tanti accessi mettendo gli utenti davanti a un inevitabile e palese crash del sistema. Eppure i Cinquestelle per primi, già quando erano fuori dal Parlamento inneggiavano a digitalizzazione, metadatazione, incremento dei domini e dei supporti.
Macché, la potenza e la velocità delle reti della pubblica amministrazioni è poco compatibile con i sistemi remoti come si può abbondantemente verificare ogniqualvolta si accede a un sistema di servizi on line. E questo handicap gestionale non può certo aiutare il lavoro da casa.
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