Elezioni, ipotesi voto 4 marzo. Camere sciolte il 27 dicembre

Gentiloni non salirebbe al Quirinale per rassegnare le dimissioni. In questo modo Mattarella potrebbe incaricarlo del "disbrigo degli affari correnti" e lasciarlo ancora in carica

Elezioni, ipotesi voto 4 marzo. Camere sciolte il 27 dicembre

Che sia tutto finito lo si sa ormai da tempo. Il punto è solo capire quando. Quando il premier Paolo Gentiloni farà un passo indietro. Quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglierà le Camere. E, soprattutto, quando si andrà a votare. Agli italiani, va da sé, interessa solo quest'ultima data. Anche perché negli ultimi anni non hanno visto tanti governi eletti. La road map prevederebbe lo scioglimento del parlamento il 27 dicembre e le elezioni politiche il 4 marzo.

Come spiega Gian Maria De Francesco sul Giornale in edicola oggi, Mattarella "avrebbe deciso di assecondare i desiderata della maggior parte delle forze politiche sciogliendo le Camere entro fine anno (recentemente si è ipotizzato il 27 dicembre), in tempo utile per indire le elezioni il 4 marzo". L'idea di anticipare il termine della legislatura, che dovrebbe invece concludersi a marzo, nasce dall'obiettivo di tutelare il governo. Le condizioni sono troppo difficili per tirare avanti un'esperienza che ha concluso il suo corso - fa notare il ministro per le Riforme, Anna Finocchiaro, in una intervista alla Stampa - credo sia saggio votare presto". Da qui la decisione di mettere in cantina lo ius soli. Votarlo dopo la legge di Stabilità, facendo terminare la legislatura alla sua scadenza naturale il 15 marzo, metterebbe in una situazione di estrema difficoltà istituzioni e governo. La disgregazione di Alternativa popolare e la nascita di "Liberi e uguali" hanno spinto, come fa notare anche il Corriere della Sera, la maggioranza (e soprattutto il Pd) a "muoversi con celerità e prudenza per evitare che l’esecutivo arrivi azzoppato alle elezioni".

I rumors che serpeggiano a Palazzo Chigi dicono che Gentiloni non salirà al Quirinale per rassegnare le dimissioni. Dichiarerà, piuttosto, "esaurito" il proprio compito.In questo modo, Mattarella potrà chiedergli di portare a termine "gli affari correnti" lasciandolo così, formalmente, ancora in carica. Tanto che, persino all'interno del Pd, c'è chi già pensa a un Gentiloni bis. "Ha già dato ottima prova - spiega la Finocchiaro - ha traghettato il Paese verso la crescita, senza fibrillazioni, con equilibrio e serietà". L'ipotesi di andare al voto il 4 marzo non dispiace al centrodestra. "Ci va benissimo - mette subito in chiaro Matteo Salvini - prima si vota, meglio è".

La Lega Nord, però, è anche a favore dell'election day. "Bisogna votare lo stesso giorno anche per le regionali - precisa il leader del Carroccio - non farlo sarebbe uno spreco di denaro, una follia". Su questo punto, però, il centrosinistra non sembra concordare.

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