Elkann: "L'auto sabotata da Bruxelles"

La Lega: "Vergognoso, responsabili della crisi". Calderone: "Parole importanti"

Elkann: "L'auto sabotata da Bruxelles"
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Le norme europee sulla decarbonizzazione «hanno creato un mercato frammentato e non omogeneo». Il presidente di Stellantis, John Elkann, ieri nel corso dell'audizione presso le commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato sulla produzione automobilistica ha preso le distanze dal comportamento arrogante dell'ex ad Carlos Tavares che nello scorso ottobre al Parlamento aveva chiesto nuovi sussidi per spingere l'elettrico.

Insomma, il settore automobilistico europeo «si trova in una fase critica» per «mancanza di pianificazione» in quanto «è stata imposta una rigida politica climatica senza aver creato le condizioni industriali che la favoriscano». Le aziende cinesi «hanno il primato del mercato, non solo in termini di produzione ma soprattutto di tecnologia», ha rimarcato evidenziando come Bruxelles abbia regalato un settore strategico a un concorrente in quanto «i prezzi dell'energia di Paesi produttori di auto europei risultano 5 volte più alti di quelli cinesi» e una Gigafactory ha un consumo di energia «10 volte superiore» a quello di una fabbrica di auto (per questo Termoli è in stand-by). Ecco perché, da una parte, «l'Europa dovrebbe far scendere i prezzi dell'energia» e, dall'altro lato, «è necessario utilizzare l'intera gamma di tecnologie a basse e zero emissioni». Non solo elettrico, perciò, ma anche carburanti alternativi e motorizzazioni ibride.

Per quanto riguarda i programmi di produzione di Stellantis in Italia, Elkann non ha aggiunto nulla di nuovo rispetto a quanto già concordato al tavolo con il ministro delle Imprese Urso lo scorso 17 dicembre. Mirafiori, Melfi, Cassino, Pomigliano e Atessa (veicoli commerciali) resteranno centrali e avranno nuovi modelli fino al 2030. Unico aggiornamento: il rilancio di Maserati, «indissolubilmente legato all'Italia». Nel 2025, nonostante «il mercato Italia nei primi due mesi sia in contrazione del 7%» annuo, resta intatto il programma di investimenti da 2 miliardi e acquisti di componentistica e altri materiali per 6 miliardi dai fornitori locali. «Dal 2026 - ha aggiunto Elkann - si prevede un aumento della produzione grazie al lancio di 10 nuovi aggiornamenti di prodotto». Piccolo particolare, numeri sulla produzione non ne sono stati forniti ma è stato detto un secco no alla riconversione per il settore difesa. Il nuovo ad, infine, sarà annunciato «entro la prima metà dell'anno».

«Se non ci fosse stata Stellantis non saremmo qui perché l'auto italiana sarebbe scomparsa da tempo, come l'informatica dopo l'Olivetti e la chimica da Montedison», ha detto Elkann con un moto d'orgoglio sottolineando che nonostante il calo del 30% del mercato domestico negli ultimi 20 anni, l'occupazione è diminuita del 20%. Questo modo di mettere in risalto l'italianità di Stellantis è culminato con la citazione di uno studio della Luiss. Il valore complessivo della produzione in Italia, includendo indotto e consumi delle famiglie, ammonta a 1.700 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 417 miliardi. «Per ogni euro di valore creato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto dell'economia, spero che da oggi il bilancio dare/avere tra il Paese e l'azienda non sia più un tema divisivo», ha affermato Elkann polemizzando con chi spesso gli rinfaccia di aver usufruito di corposi aiuti di Stato (19,3 miliardi dal 2000 di cui 6,3 miliardi di prestito-Covid rimborsato per Unimpresa).

Questa presa di posizione ha scatenato la reazione della Lega. «L'ennesima, vergognosa presa in giro: il suo gruppo è cresciuto grazie ai soldi degli italiani, italiani che poi ha licenziato per investire e assumere all'estero», si legge nel testo dalla forte impronta salviniana nel quale si evidenzia che «con la geniale idea del tutto elettrico stanno contribuendo a distruggere il settore, in Italia e in Europa; il signor Elkann dovrebbe scusarsi coi lavoratori, e restituire i miliardi incassati dal nostro Paese».

Insomma, per il Carroccio Stellantis assomiglia a una sorta di Superbonus 110%: crea un po' di valore ma a spese nostre. Il ministro del Lavoro, Marina Calderone» invece ha definito quelle di Elkann «parole importanti sia per il luogo, il Parlamento, sia per i contenuti».

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