Noam BenjaminPer alcune ore è stato allarme terrorismo. Berlino come Parigi o forse più come Beirut, visto che a scuotere il quartiere residenziale di Charlottenburg è stata l'esplosione di un'autobomba. Con il passare delle ore, invece, gli investigatori si sono indirizzati su una pista diversa: quella di un regolamento di conti fra gruppi malavitosi. Alle 8.20 del mattino una Volkswagen Passat che aveva appena lasciato il suo parcheggio è saltata in aria in mezzo a Bismarckstraße, arteria centrale di Berlino ovest. «Stavo fumando una sigaretta sul balcone come faccio sempre a quell'ora ha dichiarato una donna al locale Berliner Morgenpost e ho sentito uno scoppio così forte che credevo fosse crollato un palazzo, forse la stessa Deutsche Oper». Altri testimoni hanno riferito di come i passanti in preda al panico siano scappati in tutte le direzioni. Nel frattempo scattava l'allarme-terrore: sia il grande viale sia l'attigua fermata «Deutsche Oper» della U-Bahn, la metropolitana berlinese, sono state chiuse al traffico. «Al treno non è stato permesso di proseguire ha testimoniato al Morgenpost Emre Ötzil e abbiamo dovuto proseguire a piedi. In quel momento ho sperato tanto che non fosse arrivata la volta di un attacco contro Berlino». L'eco delle recenti esplosioni che hanno sconvolto Ankara è risuonato particolarmente forte presso la comunità turca della capitale tedesca. Arrivate poco dopo sul posto, le forze dell'ordine hanno estratto il conducente dal veicolo esploso e dopo alcuni tentativi di rianimazione ne hanno constatato il decesso. Poco dopo, sotto il ronzio di un multicottero inviato a monitorare la zona dall'alto, la polizia ha usato gli altoparlanti per ordinare ai residenti di chiudere le finestre e di allontanarsi dai balconi. Se l'allerta ha riguardato solo alcuni isolati, tutti gli abitanti della capitale hanno potuto seguire la vicenda in diretta su Twitter, grazie alle notifiche dal tono molto informale delle forze dell'ordine (@polizeiberlin). Alle 10.44 gli artificieri iniziavano la bonifica dell'area, controllando che né sull'automobile né fra gli effetti personali del conducente vi fossero altri ordigni. Dopo circa un'ora, il livello di allarme è cominciato a scendere e ai cittadini è stato permesso di riaprire le finestre. Nel frattempo l'uomo al volante è stato identificato come Mesut T., un 43enne di origine turca. Persona nota alle autorità, la vittima aveva una lista di precedenti alle spalle per droga, contraffazione e scommesse clandestine. È stato poi appurato che la Passat saltata in aria non era di sua proprietà ma era intestata a una donna, anch'essa di origine turca. La polizia non ha neppure escluso l'ipotesi che Mesut T. possa essere stato la vittima involontaria di un attentato preparato per altri. Attorno alle 13, sul luogo dell'esplosione è giunto il ministro dell'Interno della città-stato, Frank Henkel; di lì a poco un tweet della polizia dissipava i timori dei berlinesi: «Al momento non vi è alcuna indicazione sull'origine terroristica del fatto». La pista del regolamento di conti fra bande rivali ha allora preso corpo: gli investigatori non hanno ancora capito se a far esplodere la Passat sia stata una bomba azionata innescata da un timer o da un telecomando.
È stato però un miracolo che la deflagrazione avvenuta nell'ora di punta non abbia provocato altre vittime o danni gravi solo una Porsche è stata sbalzata sul marciapiede e tuttavia la spettacolarità dell'attentato ha fatto pensare a un'azione della mafia russa. Il blocco dell'arteria berlinese è proseguito fino alle sei del pomeriggio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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