Fa un poco di pena e molta rabbia ascoltare il presidente onorario di Legambiente, Ermete Realacci, sdottorare sugli eventi tragici. Sui quali plana come fanno gli avvoltoi che, non paghi della carne di cui si sono già saziati, cercano di succhiare altro sangue dalle vittime. Sentite qua le dichiarazioni che l'onorevole, chili di bronzo sulla faccia, non ha il pudore di risparmiarci: «La bomba d'acqua nel Trevigiano conferma purtroppo tragicamente la necessità di contrastare i mutamenti climatici e gestire bene il territorio. Una politica utile e lungimirante deve dare priorità alla riduzione dei gas a effetto serra e considerare la manutenzione del territorio la prima grande opera che serve all'Italia. La nostra economia può ripartire anche da qui».
Questo signore è tra i responsabili morali dei fatti, sui quali dovrebbe almeno tacere. Per ben trent'anni è stato cattivo maestro, strepitando che bisognava proteggersi dagli eventi climatici impegnando denaro pubblico con la green economy . Che consiste nel finanziare l'installazione di impianti eolici e fotovoltaici, sui quali quelli di Legambiente devono aver fatto lucrosi affari, come ha denunciato Il Fatto Quotidiano dello scorso 10 giugno: «Legambiente ha quote in società coinvolte negli affari della riduzione della CO2». Una di queste è la Sorgenia dei De Benedetti che, recita il sito web di Legambiente, «sostiene le attività» dell'associazione ambientalista. Già: come la Volpe zoppa sostiene il Gatto cieco.
E cieca è stata l'isteria ambientalista a portare il Paese nel baratro economico e ambientale, inducendolo, prima, a rinnegare la fonte nucleare d'energia, l'unica che avrebbe messo la parola fine ad ogni discussione di politica energetica; e poi a terrorizzare la popolazione con lo spettro dei cambiamenti climatici, inducendo i governi ad affrontare il presunto problema impegnando centinaia di miliardi su presunte soluzioni.
Perché bisogna aver chiaro che il problema della CO2 è finto e, anche fosse vero (ma non lo è), neanche centinaia di migliaia di miliardi impegnati su quelle tecnologie potranno mai scalfirlo. La piovosità del luglio 2014 è del 70% maggiore della piovosità media del periodo 1970-2000. E allora? Chissenefrega! Perché, se è vero quanto appena detto, è anche vero che il luglio 1932 fu il 50% più piovoso del luglio 2014, e dal 1800 a oggi ci sono stati altri 12 luglio più piovosi. Questo luglio è stato più fresco del solito? Chissenefrega: i lugli del 1993 e del 1996 furono ancora più freschi. Alla faccia del riscaldamento globale sul quale quelli di Legambiente hanno costruito la propria fortuna politica ed economica.
Ciò di cui invece non dovremmo fregarcene è che il clima fa i capricci: in ogni stagione di ogni anno v'è sempre stato e sempre vi sarà quel giorno, anche uno solo, in cui quei capricci hanno conseguenze tragiche. Abbiamo una sola via da percorrere, ed è quella che proprio Realacci - per mettere una foglia di fico sulle proprie vergogne - ha indicato: considerare la manutenzione del territorio una grande opera che serve all'Italia. Ma servono tanti soldi.
È cruciale innanzitutto interrompere, anche retroattivamente se necessario, lo sperpero delle sovvenzioni a eolico e fotovoltaico: sono diverse centinaia di miliardi che andrebbero riversate nelle tasche degli ingegneri e dei geologi in cambio della messa in sicurezza del nostro povero territorio abbandonato per troppi decenni. E poi bisogna isolare e mettere da parte gli ambientalisti e togliere dalle loro irresponsabili mani il giocattolo pericoloso di cui si sono impossessati.
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