La fake news dell'Europa rivoluzionata dai sovranisti

La fake news dell'Europa rivoluzionata dai sovranisti

Diciamolo chiaro: Salvini e la Meloni raccontano balle. Che l'Europa possa uscire rivoluzionata dal voto sovranista è, infatti, la regina delle fake news. Intanto, perché tutti i sondaggi e le analisi prevedono che il variegato fronte cosiddetto sovranista il 26 maggio, giorno del santo un po' grillino Filippo Neri, non avrà la maggioranza dei consensi. Votare sovranista significherebbe perciò disperdere il proprio voto, condannarsi all'irrilevanza.

Ma se anche, per assurdo, i sovranisti dovessero vincere, il potere decisionale rimarrebbe comunque in capo agli Stati membri, i cui governi sono quasi tutti in mano a partiti avversari di Lega, Fratelli d'Italia e 5stelle. I governi nominerebbero perciò commissari europei nient'affatto «sovranisti», mentre il potere monetario rimarrebbe alla Banca centrale europea, che dal 31 ottobre sarà presieduta da un uomo il cui nome verrà deciso da Macron e dalla Merkel. Come se non bastasse, sarà in ogni caso la Commissione europea in carica, quella composta, secondo la retorica grillin-leghista, da «ubriaconi», «parassiti» e «burocrati», a giudicare la nostra prossima legge di bilancio. Legge di bilancio che già si annuncia lacrime e sangue. C'è da scommettere che i vari Junker, Moscovici, Oettinger e via elencando non saranno particolarmente ben disposti nei confronti dell'Italia.

Perché i sovranisti possano incidere sulla politica europea dovrebbero prima conquistare la maggioranza dei governi degli Stati membri. Nel qual caso l'Italia cadrebbe dalla padella alla brace. O c'è forse qualcuno disposto a credere che leader politici esplicitamente concentrati sui rispettivi interessi nazionali sarebbero pronti a condividere il peso del nostro debito pubblico e a prendersi generose quote dei «nostri» migranti? Suvvia, siamo seri.

Ma essere seri non significa rassegnarsi allo status quo. Gli italiani, e più di tutti Silvio Berlusconi, sanno per esperienza che la governance europea va ripensata: occorre avviare un processo politico che, se parte, impiegherà anni per dare risultati apprezzabili.

Nel frattempo si può ingaggiar battaglia per ottenere gli Euro Bond, lo scorporo degli investimenti dal calcolo del deficit, una maggiore flessibilità nell'uso dei fondi comunitari. Obiettivi che un Ppe forte potrà senz'altro cogliere. Obiettivi resi realistici anche dalla paura dell'ondata sovranista.

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