«La proposta di legge per tutelare la lingua italiana pone una questione seria e decisiva per l'identità nazionale. Va migliorata e sostenuta, non ridicolizzata». La difesa di Fabio Rampelli, il vicepresidente della Camera di Fratelli d'Italia che ha confezionato un disegno di legge per tutelare la lingua italiana nei documenti pubblici, arriva da chi meno te lo aspetti. L'endorsement nei confronti di quello che è subito apparso alla stampa più distratta un ddl «sovranista e identitario» arriva via Twitter da Stefano Fassina. L'ex deputato dem e poi Sinistra italiana (ora leader di «Coordinamento 2050») con un link rinvia alla testata on line «La Fionda». In un articolo a firma Francesco Ricciardi dal titolo Perché va sostenuta la proposta di legge sulla tutela della lingua italiana, si ricordano illustri personalità che hanno denunciato l'eccessivo ricorso agli anglicismi (Augias, Camilleri, Stella, Mario Draghi). Viene citata anche la Consulta, si punta il dito contro le comunicazioni societarie, scritte solo in inglese, che mettono in difficoltà i risparmiatori anziani, si ricordano i Paesi come Francia e Spagna che hanno leggi ad hoc.
Insomma, la proposta Rampelli, depurata dell'apparato sanzionatorio, finito nel mirino dell'Accademia della Crusca, potrebbe anche essere migliorata: «Se ne può discutere», dunque, invece di attaccarla. E, quindi, «trovare modalità per non rimanere passivi dinnanzi alla forza livellatrice di questa globalizzazione», conclude Fassina.
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