La voce, di donna, è forte e chiara: «Te lo devo dire io che ti devi interessare al paziente? c... che me rispondi?»; «questa deficiente...»; «il vostro sentimento dovrebbe essere di sentirsi totalmente inadeguati... che c... che siamo»; «venite qui a fare finta... vi mettete camice e fate i camerieri»; «non ho finito la visita per non saltarti addosso per la rabbia che mi fai...». Per l'Associazione liberi specializzandi una «antologia di insulti» rivolti ad alcuni allievi della Scuola di specializzazione di Neurologia dell'Università di Perugia dalla direttrice Lucilla Parnetti. Un'accusa formalizzata in una mail, con allegati cinque minuti di audio, ai vertici dell'Ateneo e dell'Azienda ospedaliera, all'Ordine dei medici e al loro rappresentante nell'Osservatorio della formazione medica e specialistica ma anche alla Procura della Repubblica e all'Ispettorato del lavoro. Iniziativa che ha fatto scattare «accertamenti interni» delle Direzioni del Dipartimento di Medicina e chirurgia dell'Università degli Studi di Perugia e dell'Azienda ospedaliera di Perugia. «Volti alla verifica dei fatti contestati» spiegano il direttore del Dipartimento di Medicina e chirurgia, Vincenzo Nicola Talesa, e il direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Perugia, Giuseppe De Filippis.
Al momento non ci sarebbe alcun atto formale da parte della magistratura che potrebbe valutare la situazione nei prossimi giorni. «Siamo stati contattati da alcuni giovani e abbiamo chiesto loro di documentare quanto sostenevano» ha detto il presidente di Als Massimo Minerva. «Abbiamo ricevuto audio per 20 ore e una sintesi di circa cinque minuti è stata allegata alla mail. Parliamo di medici in formazione, non di bambini cattivi. Qui e in altri casi che abbiamo denunciato manca la cultura del rispetto». Nella mail vengono contestati anche gli orari di lavoro degli specializzandi, sostenendo che «in un singolo mese sono state effettuate più di 340 ore».
Per l'Als quanto a suo avviso documentato «mostra un comportamento disumano e illegale». La direttrice della Neurologia, a Perugia medico e ricercatrice stimata e di lungo corso, al momento preferisce restare in silenzio. Saranno gli accertamenti a portare le autorità ad accertare eventuali responsabilità.
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