Ferito per uno sguardo dal figlio del boss che travolse i cuginetti

Prima dell'incidente col Suv Rosario Greco aveva accoltellato un altro suo compaesano

Ferito per uno sguardo dal figlio del boss che travolse i cuginetti

Ragusa - «Nenti sacciu (niente so). Mi sono ferito accidentalmente». L'uomo, invece, era stato accoltellato dal figlio del boss Elio Greco, il 37enne vittoriese Rosario che a luglio, guidando il suo Suv sotto effetto di alcol e droga a una velocità spaventosa in una stradina stretta di Vittoria (Ragusa), ha falciato i due cuginetti Alessio e Simone d'Antonio, di 11 e 12 anni, che giocavano seduti sui gradini di casa, non lasciando loro scampo, e subito dopo averli travolti è scappato a piedi con gli amici che erano con lui, tra cui pregiudicati.

La vittima dell'accoltellamento stava consumando un panino acquistato in un camion-bar nel piazzale di Vittoria (Ragusa) noto come «ex campo di concentramento« quando è stato aggredito da Greco per uno sguardo di troppo. «Chi talii? (Che guardi?)» gli dice con aria di sfida Greco che era in compagnia di un pregiudicato. A nulla sono valsi i tentativi della vittima di spiegare che non lo stava guardando. L'amico di Greco ha tentato di trattenerlo e di spegnere la lite in procinto di scoppiare nell'irrimediabile, come di lì a poco è accaduto. Greco cercava lo scontro fisico e, proprio quando sembrava essersi calmato, dando idea di credere alle parole della vittima designata, che aveva avuto la sfortuna di incrociare il suo sguardo, ha estratto un coltellaccio e ha sferrato un fendente all'addome dell'uomo.

Le telecamere di videosorveglianza della zona hanno ripreso tutto, anche il fuggi fuggi generale dei numerosi avventori della panineria ambulante, terrorizzati da quanto avevano visto anche se, inizialmente, hanno riferito alla polizia di non saperne nulla, di non essere stati lì, vuotando il sacco soltanto dopo essere stati messi dinanzi all'evidenza delle immagini che li immortalavano sul luogo dell'aggressione armata. Anche Greco, il suo amico pregiudicato e le rispettive mogli se la sono data a gambe dopo l'accoltellamento.

La squadra mobile di Ragusa, chiamata dai medici che hanno dovuto sottoporre il ferito a un delicato intervento chirurgico, hanno ricostruito la dinamica dell'aggressione grazie a quei video. «Avevo paura di denunciare» ha detto la vittima alla polizia, che è dovuta risalire da sola anche al luogo dell'aggressione. L'uomo non ha chiamato aiuto e si è recato da solo in auto al pronto soccorso, nessuno dei testimoni ha osato chiamare le forze dell'ordine per denunciare l'aggressione e, vista l'entità della ferita della vittima e la bugia sull'accidentalità di come se l'era procurata, smentita dai medici, gli uomini della volante del commissariato di Vittoria hanno compreso che sotto l'aggressione c'era qualcosa di più grosso, così hanno chiesto l'intervento della squadra mobile. Sono riusciti a individuare l'aggressore in meno di 72 ore, comprendendo come il contagioso atteggiamento omertoso dei presenti al misfatto fosse stato dettato dal timore di testimoniare contro Rosario Greco, il figlio del boss.

L'aggressione armata è avvenuta il 15 giugno, ma soltanto adesso la procura di Ragusa ha ricevuto la relazione della perizia medico-legale che ha attestato come il fendente sarebbe potuto risultare fatale per la vittima, motivo per cui Greco, che si trova in carcere per la storiaccia costata la vita ai due bambini di Vittoria, con l'accusa di

omicidio stradale plurimo aggravato, colleziona un'altra custodia cautelare in carcere per tentato omicidio. Il gip, infatti, esaminata la richiesta avanzata dalla procura, ha disposto per lui la misura cautelare restrittiva.

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