Ma adesso basta. «Per noi ad oggi il governo è finito», dice Ettore Rosato, coordinatore di Italia Viva e vicepresidente della Camera. O forse no. «Il premier ha sciupato la fiducia che gli aveva concesso la maggioranza, quindi bisogna ricostruire un rapporto che al momento non c'è più. O Conte ci dice quale sarà il percorso per i prossimi mesi, o questo esecutivo sarà un'esperienza conclusa». O cede e accetta un ridimensionamento e un rimpasto, magari con due vice forti come Di Maio e Orlando che lo tengono d'occhio, o arrivederci e grazie, si accomodi pure, sotto un altro. Se ne riparla a gennaio, dopo la Finanziaria. Intanto Giuseppe Conte passerà un Natale agitato perché il tempo del rinvio infinito è scaduto. E infatti è costretto ad aprire subito il confronto convocando delle consultazioni sul Recovery fund già da oggi. Prima M5s e Pd, domani gli altri. Riassumendo, o il premier cambia o si cambia premier. È in questa cornice che va letta l'offensiva di Matteo Renzi, che da qui a un mese intende tenere il capo del governo sempre sotto tensione. Un giorno un tweet, un giorno un'intervista. Ora tocca a Rosato, che a Sky tg 24 spiega come l'esecutivo sia in bilico. «Il presidente del Consiglio faccia chiarezza, serve collegialità, non un uomo solo al comando. Anche gli altri partner sono d'accordo con noi, anche i ministri del M5S non hanno apprezzato che abbia mandato la ripartizione dei 209 miliardi del Recovery Fund alle due di notte, senza discuterne con nessuno, secretando i progetti con l'idea di approvarli alle nove del mattino. Questo ha fatto cadere la nostra fiducia». La delegazione di Iv «ha le dimissioni pronte».
Critiche pesanti pure alla gestione dell'emergenza: «Siamo il Paese con il più alto tasso di mortalità in Europa, altro che un modello per il mondo, come si è detto. E abbiamo un problema sanitario. Siamo molto preoccupati per la vaccinazione anti Covid, visto che non siamo riusciti a fare quella anti-influenzale». Ma la chiave politica del discorso di Rosato sta nell'accenno ai dubbi e al malumore di Pd e M5s. Una sofferenza diffusa, montante, per l'ipertrofia di un premier che non delega e non molla un centimetro di potere, mentre la pandemia non è sotto controllo e il Paese soffre la crisi economica: gli alleati si sono ormai convinti che per non sprecare i fondi europei serva un deciso cambio di passo.
E così rispunta la «parolaccia», il rimpasto. Al di là delle polemiche, l'idea che starebbe riprendendo forma è quella di una crisi pilotata per far entrare alcuni big in squadra. Due vicepresidenti, due cani da guardia che affianchino Conte. Nicola Zingaretti però non vuole sentire ragioni, non intende lasciare la guida del Lazio e andare alle urne e rischiare di perdere il controllo della Regione: al suo posto perciò ecco Andrea Orlando. L'altro numero due sarebbe Luigi Di Maio (che in tv dice: «Sostengo Conte, su di me chiacchiere». Per Renzi si parla di un ministero importante: meglio coinvolgerlo direttamente, dicono al Nazareno, non ci possiamo fidare.
Iv, che si dichiara non interessata alle poltrone, continuerà a tenere il premier sotto pressione. «Il 2021 sarà duro - spiega Rosato - Noi dobbiamo riuscire a usare le risorse Ue per una grande ricostruzione del Paese. Il Recovery Fund va discusso pure con le opposizioni. Ci sono 15 Regioni governate dal centrodestra, non si può pensare di non consultarle su come usare i fondi. E poi le categorie produttive, le parti sociali, i sindacati». Come dire: Conte, se vuole restare a Palazzo Chigi, deve smetterla di fare da solo.
Tra alti e bassi, la trattativa andrà avanti fino a metà gennaio. Nel frattempo proseguirà pure la guerriglia tattica. Ad esempio Alfonso Bonafede considera «allucinante ventilare una crisi ora, chi lo fa se ne assuma l'irresponsabilità». Il M5S «è indisponibile all'ipotesi rimpasto». Il Nazareno replica a Rosato con il ruvido Michele Bordo, vice capogruppo alla Camera. «Serve un patto di legislatura, non ci sono alternative a questa maggioranza.
Iv la smetta di scaricare sul governo le sue difficoltà: rappresenta il due per cento degli italiani». E Francesco Boccia: «Conte non ha mai abusato dei suoi poteri. Se naufraga l'alleanza, si va a votare». Sarà davvero così?
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.