"Se entro Natale non ci sono due miliardi per la scuola e uno per l'Università sono pronto a dimettermi". Queste le forti parole rilasciate da Lorenzo Fioramonti a pochi giorni dalla nomina come ministro dell'Istruzione. Peccato però che in manovra ci siano poco meno di due miliardi di euro se si sommano le diverse misure da qualche centinaia di milioni provenienti anche da altri ministeri e che - a giudizio di molte categorie - risultano poco convincenti. Dunque le sue dimissioni sono imminenti: entro Natale potrebbe essere tutto ufficializzato. Notevole è stato lo sforzo del grillino negli ultimi mesi, cercando di farsi sentire e di far quadrare i conti in bilancio. Ricordiamo la sua sfuriata contro il governo giallorosso per averlo escluso dal dialogo sulle norme che riguardano il Miur: "Non è normale. No a misure calate dall'alto".
Il ministro delle polemiche
Al momento il piano sembra già deciso e ben definito: votare la fiducia alla manovra di Bilancio alla Camera e successivamente formalizzare le dimissioni. Stando a quanto appreso e riportato da Il Fatto Quotidiano, anche il premier Giuseppe Conte e il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio sarebbero stati informati. Molti grillini gli hanno suggerito di ripensarci e di continuare la sua esperienza all'interno dell'esecutivo, ma il vibrante messaggio è stato ribadito davvero in molteplici occasioni. Per il suo futuro non vi sono ancora offerte concrete all'orizzonte, neanche il ritorno all'università di Pretoria: dunque è lecito ipotizzare un dietrofont, ma filtra molta convinzione sulla scelta ormai intrapresa. Al suo posto potrebbe andare Nicola Morra, che già in occasione della formazione della squadra di governo M5S-Pd era finito prepotentemente in lista come possibile titolare del dicastero dell'Istruzione.
Fioramonti ha sicuramente tentato di impegnarsi nella sua mansione: da una parte è riuscito a far rimuovere l'emendamento che riduceva i fondi per l'assunzione dei precari dei centri di ricerca, ma dall'altra non è riuscito a far rimuovere l'istituzione dell'Agenzia nazionale della Ricerca. Non bisogna inoltre dimenticare la bufera scatenata grazie all'inchiesta de ilGiornale relativamente agli insulti choc sui social contro politici, donne e forze dell'ordine.
Perciò noi abbiamo lanciato l'hashtag #FioramontiDimettiti, per chiedere con forza al governo di rimuovere dal suo posto un ministro col curriculum da odiatore. La vicenda ha suscitato scandalo: un ministro che dovrebbe essere un punto di riferimento per i giovani, in passato si è reso protagonista di vergognosi attacchi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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