Fioramonti: "Un miliardo per l'università entro Natale o mi dimetto"

Il neo ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, chiede di dare alla scuola "l'importanza che merita. Bisogna darle due miliardi, il minimo sindacale". Poi minaccia: "Entro Natale un miliardo per l'università, se no mi dimetto"

Fioramonti: "Un miliardo per l'università entro Natale o mi dimetto"

Ancora prima del giuramento al Quirinale, ecco spuntare la prima crepa nel Conte-bis. A minacciare la stabilità della squadra di governo approntata da Pd e M5S dopo una lunghissima mediazione è il neo ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti. In un'intervista al Corriere, Fioramonti non ha parlato solo della sua idea di una tassa su merendine e bibite gassate, bollata come "una cazzata" dal segretario della Lega, Matteo Salvini, ma del suo piano per la valorizzazione e il rilancio della scuola italiana.

"Per dare alla scuola l'importanza che merita, metterla al centro del Paese, prima bisogna sgravarla dei suoi problemi endemici", le parole del neo ministro in quota 5 Stelle. A partire dal precariato estenuante". Ecco perché Fioramonti si dice "pronto a far ripartire il decreto Salvaprecari al primo Consiglio dei ministri". Per farlo, ovviamente, servono soldi. Quanti? Per l'economista pentastellato "servono due miliardi, il minimo sindacale". Fioramonti, rispetto al suo predecessore Bussetti, promette "discontinuità, un'inversione di tendenza. Avrò un metodo diverso: lui appoggiava tutte le decisioni del capo di gabinetto, io ascolterò i due sottosegretari e li terrò costantemente informati della mia linea politica". Che passa dalla sostenibilità ambientale nelle classi, da attuare con la già citata tassa sulle merendine e sulle bibite gassate da cui il neo ministro pensa di poter ricavare 2,5 miliardi.

"Non c'è tempo da perdere - incalza Fioramonti - per cambiare servono fondi. Siamo uno dei Paesi europei che spende di meno per la scuola. Non possiamo continuare ad avere ricercatori precari di 45 anni, o professori non di ruolo che cambiano ogni due mesi. Ci vuole prospettiva e continuità". E per questo motivo occorre "stabilizzare al più presto gli insegnanti che lo meritano".

Le altre idee di Fioramonti? Via la legge che chiede le impronte digitali per i presidi all'ingresso degli istituti. "Chiederò di abrogarla, al secondo Consiglio dei ministri", promette il ministro, prima di annunciare la trasformazione dei test Invalsi per gli studenti della scuola dell'obbligo. "Devono diventare più leggeri e moderni". Ma all'attenzione di Fioramonti c'è anche il mondo dell'università.

Per la quale l'economista pentastellato chiede un miliardo. Da vice ministro, aveva promesso le dimissioni se lo stanziamento non fosse arrivato per il Natale 2019. "Rinnovo la promessa: se no mi dimetto". La prima crepa del Conte-bis.

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