Forza Italia compatta sul No Parisi al lavoro sul programma

Il manager punta sulla ricetta di Berlusconi: meno tasse E gli azzurri già pianificano la campagna referendaria

Forza Italia compatta sul No Parisi al lavoro sul programma

Roma - Le rassicurazioni di Parisi sul «No» al referendum sulla riforma della Costituzione in salsa renziana sembrano tranquillizzare Forza Italia. Anche se, per la verità, tra gli azzurri c'è sempre chi preferirebbe vedere l'ex manager pancia a terra per la campagna per il «No». C'è tempo, però. E nelle prossime settimane il partito dovrebbe sedersi attorno a un tavolo per buttar giù un ruolino di marcia e pianificare una vera e propria campagna contro il ddl Boschi. Parisi, in ogni caso, ha parlato chiaro bocciando le riforme e lo rifarà presto. Non dev'esserci dubbio alcuno sul suo pollice verso. Meno entusiasmo ha invece provocato la sua proposta dell'Assemblea costituente ma almeno ieri le acque del centrodestra sembravano quiete.

Complice, forse, il periodo vacanziero ma soprattutto le pessime notizie arrivate dall'Istat sulla nostra situazione economica: crescita zero. Così gli azzurri hanno potuto cogliere la palla al balzo e attaccare il premier a testa bassa più che macerarsi sull'Assemblea costituente sì, no, forse. Parisi sulle fosche previsioni di un Pil al palo tace. Ma si sa come la pensi e il suo pensiero è in perfetta linea con il mantra di Berlusconi e Forza Italia: si esce dal guado soltanto con un drastico taglio delle spese e con un vero e proprio choc fiscale. Insomma, la ricetta berlusconiana: meno Stato, meno tasse, meno burocrazia portano più libertà, più imprese, più ricchezza. In fondo in tanti ricordano le battaglie di Parisi nei primi anni del 2000 per abolire l'articolo 18 quando sedeva sulla poltrona da direttore generale di Confindustria. Battaglia non ideologica ma che avrebbe portato una siringata di maggiore flessibilità e libertà nel mercato del lavoro. Approccio liberale che manca ancora a questo governo e che sarà il perno su cui fondare la nuova casa dei moderati. Altra bestia da azzannare è il mammuth dello Stato che si nutre di burocrazia. E la digitalizzazione della pubblica amministrazione è l'altro pallino parisiano. Tutte questioni che formeranno il programma di governo che prenderà forma in settembre in occasione della convention di Milano. Non ultima una battaglia dura in Europa per farle davvero cambiare verso; cosa che nei pensieri di Parisi non sta avvenendo con il governo Renzi.

Mentre Parisi, però, preferisce tacere e non infierire sul premier, Forza Italia va all'attacco. «Bankitalia e Istat suonano il de profundis al governo - taglia corto Brunetta - Innanzitutto sul debito pubblico: nuovo record a giugno, con 2.248,8 miliardi, a smentire il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, che continua a ripetere, non si sa su quali basi, che diminuisce».

E ancora: «Il Pil è destinato a rimanere immobile o a diminuire nei prossimi trimestri, quando sconteremo l'effetto dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, di cui i dati di oggi non tengono ancora conto».

Le previsioni che fa Brunetta sono fosche: «Gli italiani al referendum di autunno giustamente voteranno No con le tasche, e non avranno pietà dell'imbonitore Renzi. Sarà un autunno caldo e nero per il governo».

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