Caro direttore,
ho preso atto con amarezza della decisione di Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta di lasciare Forza Italia per aderire ad altre forze politiche.
Con amarezza, perché si interrompe, a mio avviso senza ragione, un percorso parlamentare e politico comune fatto di tante battaglie di libertà. Battaglie da loro condotte con ben più autorevolezza di me, avendo loro ricoperto di volta in volta i ruoli di ministro, di capogruppo, di vicepresidente della Camera e altro ancora, ma sempre in virtù del rapporto fiduciario con il presidente Berlusconi.
Sono sicuro che ai tre ministri non sfuggirà che si è aperta una questione politica, o meglio etico-politica, di non poca importanza. Non si tratta di ministri tecnici, scelti intuitu personae dal presidente del Consiglio in virtù delle loro caratteristiche personali o professionali. Il governo Draghi è un governo politico nel quale sono rappresentati i partiti che hanno deciso di dare vita al governo di unità nazionale nei primi mesi del 2021. I ministri Carfagna, Gelmini e Brunetta ne fanno parte in quanto esponenti all'epoca - di Forza Italia.
Ovviamente si tratta di un governo dimissionario, ma destinato a rimanere in carica ancora tre mesi o poco meno, nei quali dovrà gestire una serie di partite importanti, dagli adempimenti relativi al Pnrr alla collocazione dell'Italia in uno scenario internazionale in continuo movimento. È ragionevole che Forza Italia, a differenza della Lega, del Partito democratico e persino del Movimento Cinque Stelle, responsabile della caduta del governo, non sia rappresentata nell'esecutivo che proprio noi, per primi, abbiamo voluto?
Naturalmente non c'è alcuna questione di legittimità costituzionale. So bene che i ministri sono nominati dal presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio (art. 92 Cost.). Nessuna revoca individuale di un ministro è possibile, se non con lo strumento della sfiducia individuale, strumento che peraltro noi di Forza Italia abbiamo sempre avversato. Dal punto di vista del diritto costituzionale, i ministri hanno pieno titolo per rimanere al loro posto fino all'insediamento del nuovo governo.
Ne faccio invece una questione di sensibilità etico-politica. Una questione che proprio per stima personale nei loro confronti sono sicuro si porranno anche loro. Hanno pieno diritto di presentarsi agli elettori candidandosi in una forza politica più vicina alle loro convinzioni. Ma è corretto che lo facciano mantenendo ruoli ministeriali importanti che occupano in virtù della loro passata appartenenza a Forza Italia? È corretto che Forza Italia sia per effetto delle loro decisioni esclusa da tre mesi di azione di un governo al quale ha dato vita e ha votato 55 volte la fiducia?
Non sta a me dare la risposta, sta alla loro coscienza e alla loro coerenza.
Andrea Orsini deputato di Forza Italia
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