Francia, adesso è svolta a destra. Bardella prende il posto di Le Pen

Il 27enne delfino di Marine nuovo presidente. Il partito per la prima volta senza il cognome dei fondatori

Francia, adesso è svolta a destra. Bardella prende il posto di Le Pen

È la consacrazione della «bestia mediatica» del Rassemblement National e la fine dell'epoca dei Le Pen alla guida del partito di estrema destra. Jordan Bardella, 27 anni, è stato eletto ieri nuovo presidente del RN da circa 40mila iscritti, che gli hanno assegnato l'84,8% dei voti, durante il 18esimo Congresso del partito, contro Louis Aliot, ex compagno di Marine Le Pen. Per la prima volta dal 1972, quando Jean-Marie Le Pen fondò il Front National, poi ribattezzato Rassemblement National, alla guida del partito c'è un leader che non porta il cognome Le Pen. Un leader che non ha alcun legame con la famiglia simbolo dell'ultranazionalismo francese, se non quello della piena condivisione delle sue idee e della sintonia con Marine, la candidata che ha portato l'estrema destra per la seconda volta al ballottaggio alle ultime presidenziali in Francia e che alle legislative ha permesso a 89 deputati del Rassemblement di sedere all'Assemblée Nationale, la Camera bassa, contribuendo a sottrarre la maggioranza assoluta al capo dello Stato Emmanuel Macron.

Origini italiane, figlio di immigrati integrati, cresciuto nella banlieue parigina di Seine-Saint-Denis, militante dell'estrema destra da quando aveva 16 anni, per poi diventare eurodeputato, portavoce di RN (2017-2019) e presidente ad interim nel settembre 2021, il «marinista» Bardella, delfino della figlia d'arte di casa Le Pen, non arriva in un momento qualsiasi per il Rassemblement National. Venerdì il deputato dell'estrema destra, Grégoire de Fournas, è stato escluso dall'Assemblea nazionale per 15 giorni e la sua indennità diminuita per due mesi. Durante un dibattito in Aula sui migranti nel Mediterraneo, rivolgendosi al deputato dell'estrema sinistra della France Insoumise, Carlos Martens Bilongo, di origine congolese e angolana, Bardella ha pronunciato la frase choc: «Che se ne torni in Africa», tra lo sdegno di tutti i partiti. Macron si è detto «urtato» da «parole intollerabili» e sul partito è ripiombata l'accusa di razzismo, che da anni, a fatica, Marine tenta di togliersi di dosso.

L'intento del 27enne, noto per la sua verve televisiva, con cui ha messo in difficoltà anche i ministri Gabriel Attal, Bruno Le Maire e Gérald Darmanin, è di proseguire la marcia verso la normalizzazione del Rassemblement National, fino alla conquista del potere e al prossimo tentativo alle presidenziali (Marine per ora è la probabile candidata), facendo presa sulla destra borghese e imprenditoriale che lo guarda con occhi più benevoli anche perché non porta il cognome Le Pen. Eppure il rischio - lo temono anche alcuni membri del partito, che denunciano le prime purghe all'interno dell'ufficio esecutivo - è che Bardella possa allontanarsi dal lepenismo di sinistra di Marine per avviarsi verso una nuova fase di radicalizzazione del RN, che lo avvicinerebbe allo stile estremo di Eric Zemmour, l'intellettuale che dal punto di vista ideologico, non elettorale, ha superato a destra il Rassemblement National.

L'obiettivo - lo ha detto Bardella - è unire attorno a sé «i repubblicani delusi, come quelli di Zemmour». E infatti anche lui, come il saggista tacciato di razzismo, rivendica la necessità di porre fine a «un cambio di popolo che si compie meccanicamente da flussi legali e illegali di immigrazione».

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