Francia, bufera sull'asilo. E Macron tenta la carta della passerella emotiva

Il siriano ha vagabondato per mesi nella cittadina. Il presidente visita i bimbi feriti

Francia, bufera sull'asilo. E Macron tenta la carta della passerella emotiva
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«Aggressivo e agitato ma sano di mente». Lo psichiatra del commissariato di Annecy ieri ha decretato che Abdalmasih Hanoun, il siriano che giovedì ha colpito 4 bambini e 2 adulti con un coltello, gettandosi a più riprese perfino contro un passeggino nel parco, può restare agli arresti. Il 31enne, esprimendosi tra inglese e arabo e non conoscendo il francese, straparla senza collaborare, «rotolandosi per terra». Ma le autorità d'Oltralpe vogliono andare a fondo: «La follia è una scusa troppo facile», dice il ministro dell'Interno Darmanin.

Parigi ha chiesto alla Svezia di perquisire il suo appartamento a Trollhättan, lasciato otto mesi fa. Lì viveva con la moglie, da cui è separato. Si punta ai vicini di casa, per cui era però «un solitario». Secondo la madre «era depresso, aveva brutti pensieri e non usciva, figurarsi lavorare». Nessuno sembra conoscerlo neppure nella locale chiesa cristiano-ortodossa.

In Svezia aveva presentato la prima domanda d'asilo nel luglio 2013, ottenendo un permesso di soggiorno permanente cinque mesi dopo. Poi la richiesta di nazionalità svedese, ottobre 2017, respinta perché bisogna aver vissuto almeno 5 anni in Svezia per sperare d'essere naturalizzati. Tenta di nuovo nell'agosto 2018. Ma non ha risposte, fa ricorso nel 2021 e alla fine l'Ente nazionale per la migrazione boccia definitivamente la richiesta l'11 febbraio 2022. Lui, rassegnato, comincia a guardarsi intorno in Europa: Italia, Svizzera. Infine, Francia.

Poteva viaggiare nello spazio Schengen, ma non soggiornare in un altro Paese più di tre mesi; ragion per cui presenta altre domande d'asilo, per restare in modo tecnicamente «legale». Intanto Berna smentisce d'aver rilasciato alcunché: aveva fatto domanda d'asilo anche in Svizzera, ma per poi «ritirarla».

La Francia spera invece nella buona sorte dei feriti: i bimbi lottano tra la vita e la morte. E cresce la polemica politica, con Marine Le Pen che comincia a parlare di «chiare disfunzioni del sistema delle domande di asilo», accusando Parigi di aver impiegato «troppo tempo a respingere la richiesta del rifugiato», presentata a fine ottobre. In questi mesi, Abdalmasih ha vissuto ad Annecy senza fissa dimora: sul sagrato di una chiesa, poi nell'androne di un palazzo a cinque minuti dal parco, fino a rifiuto della domanda d'asilo vista il 4 giugno. Le Pen insiste: «Fissare nuovi criteri per l'asilo». Le Figaro scrive che è legittimo cominciare a farsi delle domande. Emmanuel Macron, con Brigitte sul posto, prova il tasto emozionale per far dimenticare la bagarre sulla sicurezza. Stringe la mano alle forze dell'ordine di Annecy intervenute in meno di 4 minuti. Ringrazia chi ha prestato assistenza, anche psicologica, «orgoglioso di questa Francia». Strage evitata grazie soprattutto all'eroe 24enne che ha messo in fuga il siriano: è Henri, cattolico praticante in pellegrinaggio tra le cattedrali con la passione della fotografia. Tra le «divise» la vera star è in abiti civili. È lui che dopo le prime coltellate evita il peggio, inseguendo Abdalmasih a colpi di zainetto. A Macron, Henri chiede di poter partecipare all'inaugurazione di Notre-Dame, l'anno prossimo. «Ogni francese avrebbe fatto come me».

Ma il presidente non può esimersi da un giudizio sull'accaduto: «Prendersela con dei bambini è l'atto più barbaro che possa esistere», dice Macron evocando i miglioramenti dei feriti, visitati ieri a Grenoble. In serata, Darmanin rivela che proprio il giorno del «tentato omicidio», come resta classificato l'assalto, la prefettura avrebbe chiesto alle autorità svedesi di riprendersi il siriano, in quanto «suo» rifugiato.

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