Franco apre allo scostamento: "Bisogna difendere la ripresa". Allarme imprese: Pil dimezzato

Il ministro: "L’inflazione avrà un impatto pesante". Confesercenti choc: "La corsa dei prezzi ci farà perdere 41,3 miliardi"

Franco apre allo scostamento: "Bisogna difendere la ripresa". Allarme imprese: Pil dimezzato

«Il governo sta valutando con estrema attenzione ulteriori interventi per mitigare l'impatto della crisi ucraina sulle famiglie e sulle imprese». Il ministro dell'Economia, Daniele Franco, intervenuto al giuramento degli allievi ufficiali dell'Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo, ha aperto alla possibilità di aumentare il tetto del deficit 2022 per contrastare il caro-energia. «Sullo sfondo di un quadro macroeconomico già difficile lo shock legato all'Ucraina peserà sull'economia globale, su quella dell'Unione europea e anche sulla nostra economia», ha sottolineato accennando alle «sfide severe e difficili» da affrontare in un quadro macroeconomico caratterizzato dall'incertezza.

«È fondamentale che la ripresa non perda slancio in questo momento», ha aggiunto ricordando che «Se l'aumento dei prezzi del cibo e dell'energia persiste, ci sarà un impatto inflazionistico significativo». E l'Italia non se lo può permettere perché già «la pandemia ha causato una causato al nostro Paese uno shock economico di proporzioni ingenti» con una caduta del Pil nel 2020 è stata del 9%, «la più grande dal Dopoguerra». Anche se nel 2021 il Pil è cresciuto del 6,6%, risultando migliore delle attese, «tuttavia resta significativamente sotto quello del 2008», ha chiosato il ministro dell'Economia notando come l'inflazione abbia indotto la Commissione Ue a rivedere «leggermente al ribasso, al 4,1%, le previsioni di crescita per la nostra economia per il 2022».

L'Italia è, infatti, obbligata a conseguire un ritmo di crescita superiore a quello degli ultimi 25 anni perché, è il senso del discorso, solo l'incremento del prodotto interno lordo garantisce la sostenibilità di un debito pubblico da oltre 2.700 miliardi di euro. La strategia assegna al Pnrr un ruolo «cardine di una politica economica che renda il nostro Paese maggiormente dinamico», ma proprio ieri il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, ha confermato che una revisione del Piano sarà necessaria a causa dell'aumento dei prezzi. «Stiamo valutando con le stazioni appaltanti e pensiamo ai grandi progetti ferroviari, sui porti, ma questo non riguarda l'impostazione generale», ha dichiarato.

Confesercenti, però, vede una situazione già particolarmente compromessa. L'effetto della corsa dei prezzi di energia, gas e carburanti, esasperata dalla crisi ucraina, rischia infatti di portare quest'anno il tasso di inflazione all'8 per cento. Un livello che potrebbe determinare 26,1 miliardi di euro di minori consumi e una riduzione di 41,3 miliardi dell'aumento previsto del Pil (circa 2,3 punti percentuali rispetto al +4,7 stimato dal governo, dunque dimezzando l'incremento). Pessimista anche la Cgia di Mestre che ha ricordato come dopo 16 giorni di guerra si sia registrato un boom dei prezzi delle materie prime come nickel (+94%), gas (+48%) e granoturco (+30%) affiancato ad un crollo dei consumi.

«Le difficoltà legate al post-pandemia, le sanzioni economiche alla Russia e l'inflazione, nel medio periodo, rischiano di spingere l'economia verso una crescita pari a zero, con una inflazione che si avvierebbe a sfiorare le due cifre, rendendo pressoché inefficaci persino i 235 miliardi di euro di investimenti previsti nei prossimi anni dal Pnrr», osserva l'Ufficio studi degli artigiani mestrini che nei prossimi rinnovi contrattuali invita a non innescare la «spirale prezzi-salari» come negli anni '70.

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