Mes, ovvero Meccanismo europeo di stabilità. Oppure, più correttamente: Moriremo per l'Europa Subito. Già perché, a ben vedere, il premier Giuseppe Conte avrebbe siglato un accordo più utile all'Unione europea – e in particolare a Francia e Germania – che al Paese per il quale (non) è stato eletto. Ma andiamo con ordine. Tutto inizia qualche giorno fa, quando si diffonde la voce che il presidente del Consiglio ha sottoscritto in gran segreto la revisione del Trattato sul Mes. "Pare che Conte abbia firmato un accordo per cambiare il fondo salva-Stati (Mes), di notte, di nascosto, un fondo 'ammazza-Stati'", scrive il leader leghista Matteo Salvini. Che poi prosegue: "I giornalisti chiedano a Conte e Tria, se, senza l’autorizzazione del parlamento, hanno dato l'ok dell’Italia, perché in quel caso sarebbe alto tradimento". Subito risponde però Palazzo Chigi con una nota: "La sottoscrizione della revisione del Trattato è calendarizzata per dicembre e il ministro Gualtieri ha già chiarito, per iscritto, la sua disponibilità a riferire alle Camere l’avanzamento dei lavori e a illustrare nel dettaglio i contenuti della riforma". Ci fidiamo di Conte, espressione di un partito, il Movimento 5 Stelle, che diceva mai col partito di Bibbiano e che ora, miracoli della politica, governa proprio con quel partito? Oltre ai tanti dubbi, che fra poco andremo a vedere, pende anche un allarmante mistero sulla missione del premier a Bruxelles: Conte (e non il governo) ha davvero sottoscritto la revisione del Mes? Nessuno lo sa, forse nemmeno "Giuseppi". Quel che conta davvero è cercare di capire cosa significherebbe firmare un accordo che è stato bocciato sia dall'Abi, l'associazione bancaria italiana, che dal governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, che ha parlato di "enorme rischio potenziale per la tenuta del sistema italiano". Certo, nulla è stato ancora firmato. Ma difficilmente i giallorossi si opporranno ai vertici di Bruxelles proprio nel momento in cui il governo deve varare una manovra economica difficile. I punti maggiormente critici della riforma del Mes sono essenzialmente quattro. Il primo: l'Italia è il terzo contributore del Meccanismo europeo di stabilità. Ad oggi ha già sborsato 14,33 miliardi di euro. Quisquilie se si tiene conte che ne ha sottoscritti 125,4. Un patrimonio enorme che, negli ultimi anni, è servito ad aiutare Irlanda, Cipro, Portogallo, Spagna e Grecia (due volte). Noi non ne abbiamo mai usufruito (fortunatamente). Ma perché continuare a spendere tutti 'sti soldi? Secondo punto, ben spiegato dall'agenzia Agi: "I titoli del debito pubblico dei Paesi dell’area euro dal 2022 dovranno avere non più una clausola di azione collettiva (Cac) a maggioranza doppia ma singola". In pratica, sciogliendo il burocratese, le sottocategorie non potranno più bloccare la ristrutturazione del debito. Perché questa passi basterà la maggioranza del totale dei detentori del debito pubblico. In sé questa non è una cattiva novità, ma presenta una criticità insormontabile: fornisce "un segnale negativo sull'Italia che viene dato oggi ai mercati", ha spiegato Giampiero Galli, dell'Osservatorio sui conti pubblici italiani dell'Università cattolica (quello di Carlo Cottarelli, per capirci). Terzo punto: il Paese che farà richiesta di aiuto sarà chiamato a ristrutturare preventivamente il proprio debito, qualora il Meccanismo europeo di stabilità non lo dovesse giudicato sostenibile. In questo modo la ristrutturazione del debito diventerà la conditio sine qua non per ottenere i finanziamenti. Come dire: o fate come diciamo noi oppure niente soldi. Quarto (e ultimo) punto: a conti fatti, più che una normativa a tutela di tutti gli Stati membri, la riforma del Fondo salva-Stati rischia di configurarsi come un regalo alle banche francesi e tedesche che attualmente sono quelle più a rischio. Vi ricordate la Deutsche Bank, il grande malato d'Europa?.
Ancora una volta, insomma, torniamo alla solita falla che mette in discussione i cardini dell'Unione europea: Bruxelles chiede all'Italia ancora soldi senza dare nulla in cambio. Ci chiede, insomma, di Morire per l'Europa Subito (se mi passate il gioco di parole).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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