Sui temi etici Papa Francesco non arretra di un millimetro. Boccia senza se e senza ma la maternità surrogata, definendola «pratica deprecabile»; condanna la teoria gender, etichettandola come «pericolosissima perché annulla le differenze»; chiede il rispetto della vita in tutte le sue fasi. Nel primo importante discorso del 2024, il Papa riceve il Corpo diplomatico per il tradizionale augurio del nuovo anno, e si sofferma sulle guerre in ogni angolo della Terra (dal Medio Oriente all'Ucraina, dall'Africa alla Birmania, fino al Caucaso), parlando di «terza guerra mondiale a pezzi» ormai in atto. E si sofferma a lungo anche sulle questioni etiche. «La via della pace - dice rivolgendosi agli ambasciatori dei 184 Paesi con cui la Santa Sede intrattiene relazioni diplomatiche piene - esige il rispetto della vita, di ogni vita umana, a partire da quella del nascituro nel grembo della madre, che non può essere soppressa, né diventare oggetto di mercimonio».
«Ritengo deprecabile - è la condanna del Pontefice - la pratica della cosiddetta maternità surrogata, che lede gravemente la dignità della donna e del figlio. Essa è fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre». Per Bergoglio, infatti, «un bambino è sempre un dono e mai l'oggetto di un contratto». Da qui l'auspicio di un «impegno della Comunità internazionale» a «proibire a livello universale tale pratica. In ogni momento della sua esistenza, la vita umana dev'essere preservata e tutelata, mentre constato con rammarico, specialmente in Occidente, il persistente diffondersi di una cultura della morte, che, in nome di una finta pietà, scarta bambini, anziani e malati».
Il Papa definisce poi la teoria gender «pericolosissima». «Purtroppo, i tentativi compiuti negli ultimi decenni di introdurre nuovi diritti, non pienamente consistenti rispetto a quelli originalmente definiti e non sempre accettabili - avverte - hanno dato adito a colonizzazioni ideologiche, tra le quali ha un ruolo centrale la teoria del gender, che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali. Tali colonizzazioni ideologiche provocano ferite e divisioni tra gli Stati».
Nel suo lungo discorso, c'è spazio anche per tornare su un tema particolarmente caro al Papa argentino: quello della pace. Viviamo una «terza guerra mondiale a pezzi» ormai diventata un vero e proprio conflitto globale. Sulla crisi in Medio Oriente, ribadisce «l'appello a tutte le parti coinvolte per un cessate-il-fuoco su tutti i fronti, incluso il Libano, e per l'immediata liberazione di tutti gli ostaggi a Gaza». «Chiedo che la popolazione palestinese riceva gli aiuti umanitari e che gli ospedali, le scuole e i luoghi di culto abbiano tutta la protezione necessaria» chiosa il Papa. Sul fronte ucraino, il Papa parla di «guerra incancrenita» ed esorta a «porre fine alla tragedia in atto attraverso il negoziato».
Intanto continua la polemica sulla benedizione alle coppie gay ieri è intervenuto, anche sui social, il cardinale Sarah (fedelissimo di Ratzinger)che ritiene «l'attuale confusione opera del diavolo».
Ha ringraziato anche «le conferenze episcopali che hanno già fatto quest'opera di verità, in particolare quelle del Camerun, del Ciad, della Nigeria, di cui condivido e faccio mie le decisioni e la ferma opposizione alla dichiarazione fiducia supplicans».
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