A lternative für Deutschland è il vincitore delle elezioni di domenica in Germania. Il partito conservatore e anti-immigrati entra a gamba tesa nei Parlamenti dei tre Länder in cui si è votato con risultati addirittura superiori a quelli dei sondaggi degli ultimi giorni. La cavalcata di AfD va letta in primo luogo come una sonora bocciatura per la politica di accoglienza ai profughi voluta dalla cancelliera Angela Merkel: fino al 2013 AfD non esisteva neppure e fino al 2015 la formazione fondata da un economista di Amburgo aveva come principale obiettivo l'uscita della Germania dall'eurozona. Solo negli ultimi mesi il partito ha virato apertamente a destra, intercettando il voto di tanti delusi della Cdu per la politica di porte aperte ai rifugiati voluta da Merkel in controtendenza rispetto a tanti altri capi di governo europei. Il partito cristiano-democratico al governo a Berlino in Große Koalition con i socialdemocratici (Spd) è dunque lo sconfitto della tornata elettorale. La Cdu perde circa il 3% dei consensi nell'orientale Sassonia-Anhalt, dove guidava l'amministrazione statale; perde tre punti in Renania-Palatinato, dove invece puntava a vincere, e subisce una cocente sconfitta nel ricco e meridionale Baden-Württemberg, dove lascia sul terreno quasi dodici punti percentuali. Risultato in chiaroscuro per Spd e Verdi: entrambi i partiti progressisti vincono in un Land, subendo però pesanti sconfitte negli altri due. L'affermazione di Alternative für Deutschland è invece netta e tutta a due cifre: attorno al 12% in Renania-Palatinato e attorno al 15 in Baden-Württemberg, dove scavalca i socialdemocratici ed è il terzo partito dopo Verdi e Cdu. Con il 24% dei voti, in Sassonia-Anhalt AfD è addirittura il secondo partito più votato dopo la Cdu. Le prime analisi dei flussi mostrano da dove arrivano i voti della nuova formazione: in primo luogo dagli ex astenuti. L'affluenza alle urne ha fatto un netto balzo in avanti in ciascuno dei tre Länder, con un marcato +11,8% proprio in Sassonia-Anhalt. Il dato ha permesso alla 41enne portavoce di AfD, Frauke Pertry, di salutare a caldo il risultato definendolo «una vittoria eclatante della democrazia tedesca». Eppure non sono poche le contraddizioni della domenica elettorale: in primo luogo la ricaduta sui governi statali, non competenti per controllo delle frontiere e migrazioni, di un voto di protesta contro la politica del governo federale. Marcato, poi, è l'aumento dell'instabilità politica in Germania: l'ingresso di AfD rende più difficile la formazione di nuovi governi in ciascuna delle tre capitali. A Stoccarda i Verdi vittoriosi non hanno più i numeri per governare per colpa degli alleati socialdemocratici scesi al minimo storico: la replica della coalizione uscente verde-rossa non è più possibile. A Magonza la storia è la stessa ma a parti invertite: oltre agli ecologisti, la riconfermata governatrice socialista sarà obbligata a imbarcare anche la Cdu. A Magdeburgo, infine, lo sconquasso è tale che neppure un'alleanza fra Cdu, Spd e Verdi avrebbe i numeri per governare. Questa l'unica consolazione per il partito di Angela Merkel.
Benché bastonata, la Cdu limita le perdite grazie alla stessa cancelliera: se Merkel è considerata la principale responsabile della sconfitta, dall'altro resta la personalità politica più amata dalla maggioranza degli elettori tedeschi. Inoltre l'instabilità provocata da AfD è tale da rimettere in gioco la Cdu, senza la quale socialdemocratici ed ecologisti avrebbero grosse difficoltà a governare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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