"Giggino" incassa i complimenti da destra e sinistra. Insorge la base 5s: "È un traditore"

Se non è la mossa del cavallo sicuramente è una mossa azzeccata. Nel pomeriggio lo smartphone di Luigi Di Maio è un'antologia di complimenti.

"Giggino" incassa i complimenti da destra e sinistra. Insorge la base 5s: "È un traditore"

Se non è la mossa del cavallo sicuramente è una mossa azzeccata. Nel pomeriggio lo smartphone di Luigi Di Maio è un'antologia di complimenti. Un florilegio di «bravo». Tantissimi messaggi, tante anche le telefonate ricevute dal ministro degli Esteri nella giornata in cui, con una lettera al Foglio, ha salutato le manette e fatto ciao ciao alla gogna. Attestati di stima da centrodestra e centrosinistra. E anche i grillini sono quasi tutti con lui. Un parlamentare stellato di primo piano racconta il clima al Giornale: «Secondo me molti la pensano come Luigi, anche quelli che non si espongono per paura degli attivisti, mentre Toninelli, Di Battista e soci sono assolutamente contrari». Giuseppe Conte, leader in pectore ma sempre più in difficoltà, è costretto ad inseguire. «Riconoscere un errore, come ha fatto oggi Luigi Di Maio, è una virtù. Alimentare la gogna mediatica per contrastare gli avversari a fini elettorali contribuisce all'imbarbarimento dello scontro politico», dice l'ex premier. Stefano Buffagni, ex viceministro M5s dello Sviluppo Economico, va anche oltre. In un'intervista all'agenzia Adnkronos si lancia in una proposta impensabile solo fino a qualche mese fa. «Secondo me il Movimento 5 Stelle e il Pd dovrebbero candidare Simone Uggetti nel collegio di Siena come segnale», spiega Buffagni. La proposta è di far correre l'ex sindaco del Pd di Lodi nel collegio di Siena alla Camera, seggio lasciato vuoto a novembre da Pier Carlo Padoan. Le suppletive sono previste in autunno. In campo grillino, un distinguo arriva da Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia alla Camera. Perantoni si complimenta con Di Maio ma sottolinea: «Resta la centralità della questione morale». Tra gli irriducibili c'è l'ex ministro Danilo Toninelli. Che solo due giorni fa, alla notizia dell'assoluzione, ha ribadito: «Non c'è da chiedere scusa». Gli espulsi scalpitano. Nicola Morra, senatore e presidente della commissione Antimafia, fiuta l'occasione per differenziarsi dal M5s ufficiale. «Io la penso diversamente», dice. Virginia Raggi si allinea a Di Maio: «Condivido le sue parole». Sergio Battelli, presidente della commissione Affari europei a Montecitorio, è entusiasta. «Chiedere scusa, soprattutto in politica, non è mai facile - scrive Battelli - sono parole che trovano il mio pieno sostegno e che testimoniano la nostra evoluzione». «Pieno sostegno» a Di Maio dalla sindaca di Torino Chiara Appendino.

La base però è disorientata. Sul Blog delle Stelle, ormai organo di Rousseau staccato dal M5s, un utente commenta così un post su Casaleggio senior: «Di Maio chiede scusa al sindaco di Lodi e non fa altrettanto con 11.000.000 di persone per bene che ha tradito». Nei commenti sotto al pezzo di cronaca pubblicato sul sito del Fatto quotidiano alcuni lettori protestano: «Di Maio l'ha fatta fuori». Alessandro Di Battista, intervistato proprio dal direttore del Fatto online Peter Gomez sul canale Nove, non ci sta: «L'etica non aspetta i tre gradi di giudizio».

Ma il solco è tracciato. «Meglio tardi che mai», ironizza Roberto Occhiuto, capogruppo di Fi alla Camera. Il deputato azzurro Elio Vito parla «estirpare la pianta velenosa del giustizialismo». Per la capogruppo al Senato Anna Maria Bernini sono «apprezzabili» le scuse di Di Maio. Matteo Renzi cita Bettino Craxi: «Dopo aver creato un clima infame giustizialista e manettaro, Di Maio chiede scusa». Renzi sottolinea: «Oggi però emerge un fatto politico: avevo chiesto anche due giorni fa che si scusassero pubblicamente. Lo hanno fatto: meglio tardi che mai. Il tempo è galantuomo». Il Pd apprezza la svolta. Il senatore Andrea Marcucci spera in un M5s «più equilibrato e garantista». Simona Malpezzi, capogruppo in Senato, parla di «un bel segnale di svolta».

E il segretario dem Letta in serata applaude: «Ha avuto coraggio, è stato bravo ed apprezzo il suo sforzo. C'è una grande opporunità per una riforma della giustizia, e noi vogliamo far sì che questo governo sia quello che riformi la giustizia».

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