Giornata di guerriglia urbana in periferia: una donna finisce in ospedale

BariL'autobus stracolmo di immigrati che non si ferma, la gente del quartiere che riesce a bloccare la vettura, una donna che finisce in ospedale dopo essere stata aggredita da un extracomunitario, la rivolta dei residenti che chiedono l'intervento del sindaco; e poi le urla, gli insulti, gli spintoni, le sirene e il ronzio degli elicotteri della polizia: sono le fasi di una giornata ad alta tensione vissuta a Bari, dove una parte della città è rimasta isolata, paralizzata dopo la guerriglia cominciata in tarda mattinata e proseguita anche nel pomeriggio e in serata. Alla fine la situazione è tornata alla calma, ma è una quiete apparente. Perché i timori restano e l'area attorno al Cara rimane una polveriera, come del resto è noto da diverso tempo visto che già tre anni fa c'era stata una rivolta con lancio di pietre sulla tangenziale.

Ieri è cominciato tutto in via della Lealtà, al rione San Pio, estrema periferia nord di Bari, una zona segnata da disagio sociale e gravi problemi di sicurezza, un quartiere lasciato ai margini dove l'unico rapporto con la città può essere rappresentato da un autobus dell'Amtab, l'azienda comunale che gestisce il trasporto urbano. Intorno alle 13.30 è passato un pullman della linea 19 diretto in centro, ma il conducente non si è fermato. Il motivo: la vettura era piena, quasi tutti immigrati provenienti dal Centro accoglienza richiedenti asilo (Cara), che si trova non molto distante, a Palese. Qualcuno ha rincorso l'autobus ed è riuscito a bloccarlo, una donna di 36 anni ha cominciato a inveire contro l'autista, ma gli extracomunitari a bordo pensavano che ce l'avesse con loro e hanno reagito: sono scesi, c'è stato un parapiglia, sono volati insulti, la 36enne è stata afferrata per i capelli e trascinata per terra; poco dopo è stata trasportata in ospedale, dove le è stato diagnosticato un trauma cranico: guarirà in venti giorni.

Nel frattempo è scattato l'allarme. Sul posto è arrivata una pattuglia della polizia, ma gli aggressori erano già fuggiti. Le notizie hanno cominciato ad accavallarsi e a rincorrersi nel quartiere, altra gente è scesa in strada, nel giro di poco tempo almeno in cinquanta si sono ritrovati in via della Lealtà, altri ancora si sono riversati nel rione. Ed è cominciato il blocco stradale: cinque autobus dell'Amtab sono stati fermati, la protesta è andata avanti. «Vogliamo parlare con il sindaco», urlavano i manifestanti. Ma il primo cittadino, Antonio Decaro, eletto alle ultima amministrative con il Partito democratico, era impegnato nel Consiglio comunale ed è arrivato al quartiere San Pio solo in tarda serata, quando la rabbia si è in parte placata.

Non è la prima volta che scoppiano disordini sul numero 19 dell'Amtab. Il 13 agosto scorso il conducente di un autobus era stato costretto a fermarsi a causa di disordini tra immigrati e residenti del quartiere Enziteto.

Ancora prima, il 12 febbraio scorso, un autista era stato aggredito da un gruppo di extracomunitari del Cara in stato di ubriachezza che, dopo aver azionato il freno di emergenza, lo avevano picchiato con il calci e pugni provocandogli una lesione a un timpano. Attualmente nel Centro accoglienza richiedenti asilo ci sono circa 1.200 persone. «È una polveriera», dicono le forze dell'ordine. E la situazione peggiora di giorno in giorno.

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