A volte a replicare a tutto si rischia di pestare profonde pozzanghere di mota, per dirla alla toscana. E Matteo Renzi non ne lascia passare una ai suoi avversari politici. Il bersaglio del momento è Giuseppe Conte e Dagospia (che di zizzania se ne intende) titola: «La congiuntivite di Conte». Su Twitter gira un video di 9 secondi, nel quale il professore, durante una conferenza di qualche tempo fa, parlando di migranti, sbaglia due congiuntivi: «Non possiamo tollerare che arrivano dei migranti, addirittura positivi, e vadino in giro liberamente».
In rete si scatenano i commenti ai quali si aggiunge quello dell'altro ex premier che non perde occasione per prenderlo in giro, postando il video su Twitter, e lanciando una sfida sulla sua e-news (lo sfogatoio settimanale di Renzi): «Conte, quasi leader dei Cinque stelle, mi ha attaccato, parlando dei miei contratti da centinaia di migliaia di euro. A Conte potrei proporre un dibattito sulle idee ma non vorrei metterlo in difficoltà (come si vede da questo video, l'ex collega ha idee e modi di esprimerle in linea con la tradizione grillina): dunque mi limito a chiedergli un confronto all'americana pubblico, in tv, sui miei contratti. E sui suoi contratti. E sui suoi rapporti. Io dico che ci divertiamo».
È vero, i congiuntivi sono un mistero della grammatica per molti italiani (anche politici), dal quale a volte è difficile districarsi, specialmente parlando a braccio. La fortuna di Renzi è che, provenendo dalla terra della lingua di Dante, i congiuntivi gli escono in automatico, come a quasi tutti i toscani con un minimo di istruzione. Al giurista pugliese Conte, invece, sebbene sia più istruito e preparato del primo (soprattutto nelle lingue straniere), evidentemente il tema resta più ostico.
A onor del vero non è che abbiamo sentito Conte sbagliare i congiuntivi molto spesso e non certo per merito degli speech scritti da Casalino (di origini pugliesi pure lui). Per cui uno scivolone grammaticale una tantum potrebbe anche essere tollerato. Ma non da Renzi, sempre pronto a rigirare il coltello nelle piaghe dei suoi nemici.
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