Sono ore ad altissima tensione nel M5s in vista del voto di domani sulla piattaforma Rousseau, con gli aventi diritto che dalle 9 alle 18 potranno esprimersi sull’alleanza con il Pd per la formazione di un nuovo governo guidato da Giuseppe Conte.
Il quesito a cui potranno rispondere gli iscritti è: "Sei d'accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?". La domanda si presenta ben esplicita, senza possibilità di interpretazioni varie.
Al momento, tra gli esponenti più in vista sono pochi coloro che hanno espresso pubblicamente la propria opinione. Tra questi vi è il consigliere regionale del Lazio M5s, Davide Barillari, già candidato alla presidenza regionale per il Movimento che su Twitter ha pubblicato una mappa che raffigura un polpo con i nomi degli indagati Pd in tutte le Regioni accompagnato da un chiaro messaggio: “#IovotoNo". Sono nato 5 stelle e di sicuro non morirò piddino. Non dimentico mafiacapitale. Non dimentico Bibbiano. Non dimentico i 1043 arrestati PD negli ultimi 7 anni”.
#ioVotoNO Sono nato 5 stelle e di sicuro non morirò piddino. Non dimentico mafiacapitale. Non dimentico Bibbiano. Non dimentico i 1043 arrestati PD negli ultimi 7 anni. pic.twitter.com/KxAGeuR5DG
— Davide Barillari M5S Regione Lazio (@BarillariM5S) September 2, 2019
Già nei gironi scorsi, Barillari ha manifestato tutto il suo disappunto per la possibile alleanza con il Pd definita un "errore madornale". Il consigliere regionale spera ancora in un'inversione di rotta, che impedisca la nascita di un governo giallorosso. Barillari, però, non è l'unico tra i grillini a sperare di evitare il patto con i dem. Soprattutto a livello regionale, i malpancisti sarebbero tanti.
Lo stesso consigliere ammette che in molti la pensano come lui tanto che“abbiamo aperto una riflessione e siamo in attesa di vedere quale sarà l'esito della consultazione su Rousseau". Barillari non dà nulla per scontato, neanche il suo futuro all’interno del MoVimento che si deciderà dopo il voto su Rousseau. L’esponente pentastellato, in base al risultato delle votazioni, deciderà “se continuare a combattere dall'interno o se tornare al mio vecchio lavoro".
Cosa accadrebbe se dal voto su Rousseau dovesse vincere il “No” al patto con il Pd? Ai microfoni di SkyTg24, il sottosegretario agli Affari Esteri ed esponente del M5S Manlio di Stefano ha affermato che ciò "vorrà dire che i nostri iscritti e i nostri elettori non sono d'accordo con questo accordo e quindi noi ci tiriamo indietro".
"Mi auguro che diranno di sì - ha continuato Di Stefano - ma non sono convinto. Se dovessi guardare l'umore della rete, per quello che riesco a seguire sui miei social, direi che c'è molto malcontento, ma è anche vero che domani queste persone avranno modo di visionare il programma e l'accordo e quindi si faranno un'idea più precisa”.
Il sottosegretario, infine, si dice consapevole di quanta paura possa fare pensare di mettersi nelle mani del Pd ma “avere davanti un programma e un'idea precisa sicuramente rassicura".
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