Il governo non farà più sbarcare migranti, almeno sulla carta, visto che i ministri Paola De Micheli (Infrastrutture e trasporti), Luigi Di Maio (Esteri) e Luciana Lamorgese (Interno) hanno firmato un decreto che non rende più l'Italia un porto sicuro per la durata dell'emergenza Covid-19. Ma è un controsenso, visto che i barconi continuano a sbarcare a Lampedusa, dove sale la protesta dei cittadini, esasperati perché così si potrebbero mettere a rischio le loro vite.
Nel documento firmato dai tre ministri si legge che «i porti italiani non assicurano» più «i necessari requisiti per la dichiarazione e definizione di place of safety». Ecco perché le «attività assistenziali possono essere assicurate dal Paese di cui le unità navali battono bandiera laddove abbiano condotto le operazioni al di fuori dell'area Sar italiana». È il caso della tedesca Alan Kurdi, della Ong Sea Eye, che ha chiesto nelle scorse ore sia al nostro Paese che a Malta un porto di sbarco. Ma le autorità nazionali hanno intimato alla Germania di accollarsi la responsabilità.
Nonostante i divieti, però, a Lampedusa gli sbarchi autonomi non si fermano. In due giorni sono arrivati quasi 200 immigrati, di cui 124 nelle ultime 24 ore. Di questi 150 ieri sono stati portati ad Agrigento, ma l'isola non riesce più a contenere l'emergenza. Già altri tre barconi sono stati segnalati alla Guardia di finanza, che sta monitorando il loro tragitto. Ma Medici senza Frontiere e le Ong Sea Watch, Open arms e Mediterranea contestano la chiusura dei porti: «Il decreto di fatto strumentalizza l'emergenza sanitaria» per bloccare gli sbarchi. Il sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello, ha chiarito: «Serve una nave dell'accoglienza ormeggiata di fronte al porto dell'isola: in questo momento credo sia l'unica soluzione possibile per evitare che altri migranti stazionino sull'isola dove non c'è più spazio per la loro permanenza».
Per lui «non è possibile ospitare altri migranti poiché sull'isola non ci sono strutture adeguate, ma non è neppure possibile pensare di lasciare questa gente a tempo indeterminato sul molo Favaloro in attesa del trasferimento. Se ci fosse una nave qui di fronte - aggiunge - i migranti potrebbero essere intercettati già prima di arrivare sull'isola».
Ieri i cittadini di Lampedusa si sono riuniti di fronte al Municipio per protestare. Alcuni degli sbarcati erano infatti in giro per l'isola. Il sindaco ha però assicurato che non usciranno dal «molo Favaloro» e che le persone sono state assistite «e visitate dai medici». Alcune fonti riferiscono, invece, che a Lampedusa non ci sarebbero associazioni di volontariato che controllano i migranti.
Sulla questione è intervenuta anche la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni: «Mentre all'Eurogruppo la Germania cerca di mettere il cappio al collo all'Italia con il Mes, la nave Alan Kurdi, con a bordo una organizzazione non governativa tedesca, la Sea Eye, continua a pretendere di sbarcare immigrati clandestini a casa nostra. Li va a prendere in acque territoriali libiche e punta verso Lampedusa - ha scritto -, dove la situazione è critica perché non c'è più spazio per tenere in quarantena gli immigrati che sbarcano sul territorio nazionale. Per cui in piena emergenza coronavirus, mentre noi teniamo segregati in casa gli italiani, qualcuno pretende che apriamo le porte a gente che arriva da territori nei quali non c'è alcun tipo di controllo.
La misura della nostra pazienza è colma: caro governo tedesco ridacci i soldi che abbiamo messo nel fondo salva-Stati con i quali pretendi di salvare le banche tedesche e riprenditi gli immigrati clandestini che le tue organizzazioni non governative pretendono di sbarcare».
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