"Il governo non dia per scontato che le famiglie reggano"

Gigi De Palo, presidente del Forum delle famiglie, racconta a ilGiornale.it le motivazioni per le quali è stato indetto per oggi un flash mob con applausi dai balconi e dalle finestre per ringraziare gli sforzi delle famiglie italiane in quarantena

"Il governo non dia per scontato che le famiglie reggano"

“Abbiamo avviato un’interlocuzione col governo per far capire che le famiglie sono un valore aggiunto e che è necessario intervenire con urgenza per aiutarle. Oggi, faremo un flash mob, proprio per ricordare questo”. Gigi De Palo, presidente del Forum delle famiglie, associazione che, per oggi, ha indetto un’iniziativa con applausi dai balconi e dalle finestre per ringraziare tutte le famiglie italiane.

La quarantena per lei che ha cinque figli non deve essere stata facile…

“È stata particolare per tutte le famiglie. Poi, aumentando il numero dei figli, la casa è più stretta, diminuiscono i device a disposizione e, quindi, anche per la scuola è più complicato però, dall’altra parte, i figli unici giocano anche tra di loro. Chi ha un figlio solo si è dovuto ingegnare di più. Ci sono i pro e i contro. Diciamo che l’energia non manca”.

Di recente, voi del Forum delle famiglie, siete stati ricevuti dal premier Giuseppe Conte. È stato un incontro proficuo?

“È stato molto franco e diretto. Abbiamo visto che nel nuovo decreto alcune delle nostre proposte sono state prese in considerazione come l’aumento del bonus baby sitter, ma ancora non abbiamo visto un aumento dei congedi parentali né l’assegno per i figli. Noi abbiamo portato le istanze di 26 milioni di famiglie preoccupate perché 4 milioni domani torneranno a lavoro però, di fatto, non c’è un piano strutturato per permettere ai genitori di riprendere l’attività lavorativa. Ci avrebbe fatto piacere vedere una determinazione maggiore perché si dà per scontato che le famiglie in Italia reggono in ogni caso”.

Quali sono state le vostre proposte?

“Abbiamo fatto proposte molto concrete. Oltre all’aumento del voucher baby sitter, abbiamo chiesto che i congedi parentali non siano più al 50% per 15 giorni, ma al 75% e per tutti i giorni. Abbiamo, inoltre, chiesto un assegno di 200 euro per ogni figlio fino a dicembre, visto e considerato che la prima causa di povertà in Italia è la perdita del lavoro da parte di un membro della famiglia. Infine abbiamo chiesto anche un fondo per le scuole paritarie perché crediamo che non debbano essere discriminati i 900mila ragazzi che hanno fatto questa scelta. Non è una scelta di serie B, ma si tratta sempre di servizio pubblico e non capiamo perché debbano essere discriminati”.

Il reddito d’emergenza, invece, non lo considerate uno strumento utile?

“Qui c’è un problema Il governo vuole dare risorse a famiglie che già prendono vari bonus perché hanno sovvenzioni dai servizi sociali. Noi, invece, pensiamo che si debba salvaguardare anche quella parte di ceto medio che rischia di scendere sotto la soglia di povertà. Non si può ragionare solo in termini emergenziali e assistenziali. Chiediamo, pertanto, di semplificare la norma e di stanziare risorse a tutte le famiglie con figli, anziché dare 100 euro a uno o all’altro a seconda dell’Isee".

Quindi il reddito non andrebbe considerato?

"In teoria, secondo noi, si dovrebbe fare un ragionamento indipendentemente dal reddito però, se non vogliamo dare i soldi ai miliardari, mettiamo perlomeno delle soglie molto elevate, fino a 60mila euro di Isee così ci rientrano tutte le famiglie del ceto medio. Ora, invece, col reddito d’emergenza i figli non vengono presi in considerazione e, d’altra parte, imporre una soglia di 20mila euro di Isee significa aiutare solo chi già percepisce degli aiuti".

Avete avuto rassicurazioni da parte del governo sulla riapertura dei parchi e delle ville che è demandata ai sindaci?

“Noi diciamo che bisogna avere fiducia nelle famiglie che, ora come ora, non manderebbero i figli a scuola senza remore. I genitori hanno anche una testa, ragionano e prendono anche delle scelte autonome. Mi spiego meglio. Se uno dei due componenti della famiglia può lavorare con lo smart working non credo che domani, anche se dovessero riaprire le scuole e parchi, manderebbe il figlio fuori di casa. La verità è che servono risposte complesse a un problema complesso. Non basta una sola risposta. C’è chi vuole i voucher baby sitter, i congedi parentali e chi, invece, vuole delle strutture un po’ più flessibili nelle scuole e negli oratori che riaprirebbero solo per questo e nel rispetto delle norme di distanziamento. Le proposte possono essere tante, ma siamo in ritardo, soprattutto per quanto riguarda la riapertura delle scuole”.

A tal proposito la ministra Azzolina ha proposto di ripartire con un sistema misto: metà alunni in classe e metà a casa a studiare con le videolezioni. Voi cosa ne pensate?

“A me tutte queste proposte sembrano letteratura e smania di visibilità di alcuni ministri. Le cose si studiano, si testano, si organizzano con tavoli tecnici e, poi, magari si va in tivù a parlarne. A me sembra che stia accadendo il contrario. Una persona ha un’idea e parla senza che ci sia stato un confronto col mondo della scuola, con i genitori e con gli studenti. In una situazione del genere, anche se è più difficile, si parla prima tutti insieme. È più faticoso, ma determinante e necessario. Questi annunci non fanno bene.

Il ministro ha fatto 10 minuti di proposte per fare bella figura, ma senza avere una radice solida. È ovvio, poi, che viene attaccata. Meglio sarebbe stato fare dei tavoli di lavoro rapidi e, solo dopo, arrivare a una proposta condivisa”.

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