Grecia, la crisi spegne le sigarette Dimezzato il popolo dei fumatori

I 35 miliardi di «bionde» consumate nel 2007 scese oggi a 17

Grecia, la crisi spegne le sigarette Dimezzato il popolo dei fumatori

Atene Dove non arrivano campagne di sensibilizzazione e leggi severe, ecco che a «farcela» c'è la crisi economica e, quindi, la tasca senza un euro. In Grecia si fuma di meno: dal 36,7 per cento del 2012 (anno del rischio Grexit) al dato del 2017, sceso al 27,1 ma non per volontà propria. Un record, sia perché Atene è ancora al primo posto nelle classifiche di Eurostat per il totale dei fumatori giornalieri, sia perché è la troika, quindi il carovita, che ha determinato il taglio del vizio.

In Grecia si fumava praticamente dappertutto: nei cafeneia, dove si gioca a tavli con in una mano il caffè e nell'altra il kompoloi; nei locali dove si ascoltavano sino a notte fonda le note del bouzouky e si rompevano i piatti; nei ristoranti e nei negozi, persino negli ospedali e nelle scuole. Una mini svolta è datata 2002, quando ci fu il primo tentativo legislativo di vietare le sigarette in luoghi pubblici sensibili, come appunto ristoranti, ospedali e bar ma con la coda di mille deroghe concesse dalla politica per non scontentare nessuno, finanche quei ministri della salute che fumavano beatamente in Parlamento. Quell'anno i numeri erano ancora importanti a certe latitudini: in Grecia era del 42 percentuale la quota di fumatori, seguita dalla Bulgaria (39), dalla Lettonia (37), dalla Romania, dall'Ungheria, dalla Lituania, dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia (tutti il 36). Dati che facevano schizzare in su anche la percentuale di cittadini ipertesi e cardiopatici. Secondo il rapporto «Global Tobacco Epidemic 2015» stilato dall'Organizzazione mondiale della sanità, la conformità della Grecia alla struttura degli ambienti senza fumo era piuttosto scarsa: su una scala da 0 a 10, la performance ellenica faceva segnare un misero 3.

Oggi, al termine di un quinquennio caratterizzato da tagli, da sforbiciate a pensioni, stipendi e indennità, dove praticamente le pensioni minime sono di 200 euro, e dove Tsipras ha regalato il wifi gratis sugli autobus mentre i malati leucemici sono lasciati in barella nelle corsie di alcuni ospedali, la svolta antifumo è vicina come dimostrano le fitte presenze di greci nelle cliniche per tabagisti.

Il risultato? La crisi ha fruttato un calo costante annuale di due punti percentuali, la riduzione complessiva di quasi la metà nell'ultimo decennio (da circa 35,1 miliardi di sigarette nel 2007 a 17,9 miliardi nel 2016) e in più con il fattore legato all'età: solo il 13 per cento dei greci di età superiore ai 65 anni fuma, mentre diminuiscono i giovani sotto i 24 anni che prendono il vizio e

che lo mantengono. Sarà pure una vittoria morale, come sostengono fior di analisti e sociologi, ma resta il fatto che la libertà personale dei greci in questa partita (come in altre) ha contato davvero poco.

twitter@FDepalo

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