È già stato definito il cinepanettone dell'anno, ma il punto è che se lo sono sfornati da soli, pasticceri di se stessi. Cioè, è possibile vedere un benestante avvocato, che è stato anchepPresidente del Consiglio, che è a capo di un grosso partito (di sinistra, pare) balbettare in televisione per giustificarsi del perché è stato in vacanza a Cortina, e chi ha pagato, se lui o la moglie, e dove hanno mangiato, e se vanno bevuto o meno champagne, e insomma quanto hanno speso? Giuseppe Conte non sarà un conte ma neppure un senzatetto, e però sì, è possibile, tutti lì a farsi i conti di Conte in tasca. E mica solo di Conte. C'è l'altro cinepanettone sul sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che si è fatto le vacanze a Cuba, stava promuovendo la Capitale o era lì per divertirsi, visto che c'era anche la moglie? Ha fumato costosi sigari cubani?
In Italia è un teatrino che oggi neppure Crozza riesce a imitare, e si ripete spesso, dal cachemire di Bertinotti alla barca di D'Alema (loro se ne fregavano di più, da vecchi uomini di partito) alle cene lussuose finto rurali nelle ville di Capalbio, e però viene pure da chiedersi di chi sia la colpa di questi corsi e ricorsi, perché in fondo se la sono cercata, non è la gente che è scema.
Ve li immaginate Mélenchon, o Obama, o un qualsiasi altro politico straniero di alto livello doversi giustificare su come passa le vacanze o dove cena? No?
Qui sì, devono giustificarsi, anche se non dovrebbero, anche se potranno pure farsi i cavoli loro in privato con i loro soldi, perché sono vittime della loro stessa propaganda, dello stesso elettorato a cui hanno ammiccato (ve li ricordate i grillini che una volta eletti sarebbero andato in Parlamento con i mezzi pubblici? O le restituzioni di parte dello stipendio nelle casse del partito di cui si sono subito dimenticati?). E così Conte deve rispondere dei propri conti in televisione per dire «ne ho sentite tante stupidaggini, tipo che avrei pagato 1500 euro a notte. Abbiamo pagato molto meno di quella cifra. Siamo alla follia, se io devo giustificare le spese di un ménage familiare». E certo che siamo alla follia, ma una follia che vi siete messi in testa da soli, per entrare meglio nella testa di chi vi ha votato. Noi non siamo un movimento pauperista, ci tiene a dire, precisando al contempo che la destra è contro i poveri, ma se la destra la votassero i ricchi quanti voti avrebbe?
Idem dovrebbe valere per la sinistra: evitare cliché pauperistici triti e ritriti, tirare fuori un pragmatismo craxiano, liberale, non populista, anche se quando il populismo è di sinistra la sinistra lo chiama popolare, un po' come con i bestseller in letteratura: Dan Brown, secondo loro, è spazzatura per ricchi, Pasolini è letteratura per poveri. A proposito di Pasolini, anche sul suo stile di vita ci furono le stesse polemiche: la torre di Chia, la macchina, i soldi elargiti a giovani prostituti, il suo conto in banca. Come se un intellettuale come Pasolini non dovesse guadagnare. Ovviamente Conte e Gualtieri con Pasolini non c'entrano niente (a Saviano piacerebbe entrarci, povero illuso), ma la visione pauperistica di molta sinistra, ormai anche solo come riflesso condizionato, sì.
Voglio dire: anche Pasolini, che era contro il capitalismo, che rimpiangeva la società rurale, che usava la prostituzione dei suoi ragazzi di vita come un qualsiasi borghese occidentale, qualche perplessità la suscitava. Figuriamoci Gualtieri e Conte. D'altra parte qui aveva ragione Marx: la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia, la seconda come farsa.www.massimilianoparente.com
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