Un embargo light al petrolio russo e altre banche nella lista di quelle già escluse dal sistema Swift. Sono le principali misure del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, discusso ieri a Strasburgo e in procinto di essere presentato al Consiglio Ue per l'approvazione, che potrebbe arrivare entro questo fine settimana. L'Italia ha appoggiato anche le sanzioni nel settore energetico. «E continueremo a farlo con la stessa convinzione in futuro», ha detto il premier Mario Draghi.
I dettagli delle misure si conosceranno soltanto oggi, ma ci sono posizioni frammentate e sono già emerse le prime crepe con i Paesi che non hanno la possibilità di diversificare le forniture, come la Slovacchia, pronta a chiedere l'esenzione da qualsiasi embargo del petrolio dal momento che importa da Mosca circa il 74% del suo fabbisogno, e l'Ungheria che ne importa il 65% e minaccia un veto contro provvedimenti che limiterebbero l'import di beni energetici russi. «Il petrolio russo è vitale per la nostra economia», ha spiegato il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, lamentando di aver ricevuto «critiche ingiuste da parte dell'Ue» nonostante il suo Paese abbia votato a favore di ogni pacchetto di misure. Alla fine è stato deciso che Ungheria e Slovacchia potranno continuare ad importare il petrolio di Mosca per tutto l'anno prossimo, mentre per gli altri lo stop sarà progressivo, con un periodo di transizione fino al 31 dicembre 2022. Poi da gennaio 2023 i flussi provenienti dalla Russia si fermeranno completamente e Mosca dovrà rinunciare a gran parte dei 261 milioni di euro al giorno che incassa al momento dall'Europa, che compra dalla Russia il 25% di tutto il suo greggio. «È possibile ridurre di due terzi le importazioni di gas russo entro la fine di quest'anno ed entro il 2030 vogliamo eliminare il 100% del gas russo», ha detto la commissaria all'Energia Kadri Simpson nel corso del question time all'Eurocamera.
Sempre riguardo al settore petrolifero, le nuove sanzioni prevedono anche misure che ostacolano i trasporti e le assicurazioni collegate alle forniture verso Paesi terzi, nel senso che le imprese Ue non potranno più operare per offrire tali servizi. Nuove sanzioni colpiranno anche il settore bancario. Altre tre banche, ha confermato il capo della diplomazia europea Josep Borrell, verranno escluse dal sistema di transazioni Swift: si tratta di Sberbank (la più importante della Russia con una quota del 37% del mercato nazionale), Russian Agricoltural Bank e Moscow Credit Bank. Colpita anche la banca bielorussa Belinvest. Sotto tiro ci sono poi 80 prodotti chimici che possono essere usati nella catena di produzione di armi chimiche e che l'Europa si impegna a non vendere più a Mosca. Saranno inoltre inseriti nella black list dell'Unione Europea anche i militari russi coinvolti nelle uccisioni a Bucha e destinati ad essere sottoposti ad inchieste internazionali per i crimini commessi in Ucraina. Previste anche misure contro le testate giornalistiche accusate di diffondere fake news sulla guerra e di collusione con il Cremlino.
Questa la volta il presidente Vladimir Putin non si limita a dichiarare illegittime le sanzioni, che stanno colpendo duramente la Russia, ma passa al contrattacco con delle «contro sanzioni» verso i Paesi ostili firmando un decreto che stabilisce il divieto a tutti gli organi del governo federale e regionale e agli individui sotto la giurisdizione della Federazione russa di esportare prodotti e materie prime a persone ed entità nella lista dei sanzionati. Il decreto vieta inoltre le transazioni con persone e società straniere colpite dalle sanzioni di ritorsione della Russia e consente alle controparti russe di non adempiere agli obblighi nei loro confronti. Stop alle esportazioni di materie prime e prodotti dalla Russia, dunque anche sui contratti in essere.
Il documento non contiene i nomi delle persone e delle società colpite, ma Putin ha chiesto al governo di stilare entro dieci giorni la lista di coloro che verranno sanzionati e di stabilire i criteri per determinare le operazioni soggette al divieto. Ed è probabile che anche l'Italia rientri tra i Paesi sanzionati.
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