La "guerra fredda" tra Conte e Draghi: ecco cosa è successo

L'ex presidente del Consiglio mette subito le mani avanti: "Il Recovery Plan non è del governo di turno". A Palazzo Chigi cala il gelo totale

La "guerra fredda" tra Conte e Draghi: ecco cosa è successo

C'è grande entusiasmo per il via libera definitivo dell'Unione europea al Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano per accedere alle risorse economiche del Recovery Fund. Si tratta di una grande notizia per l'Italia, che riceverà 191,5 miliardi di euro (di cui 69 miliardi a fondo perduto). Secondo la Commissione Ue, grazie al piano sarà possibile favorire un incremento del Pil tra l'1,5% nel 2021 e il 2,5% nel 2026. Forte gioia è stata espressa dal premier Mario Draghi, il quale si augura che questa possa essere davvero l'alba della ripresa dell'economia italiana: "È una giornata di orgoglio, ma è solo l’inizio. La sfida ora è l’attuazione del piano: bisogna assicurarci che i fondi siano spesi tutti e soprattutto bene". Gli entusiasmi però sono stati smorzati da Giuseppe Conte, che sul proprio profilo Facebook ha voluto mettere le mani avanti ed esprimersi sulla questione.

La mossa di Conte, poi il gelo

Il post dell'ex presidente del Consiglio è stata una doccia fredda per Palazzo Chigi, dove è calato il gelo totale dopo aver letto l'intervento dell'avvocato. Il leader in pectore del Movimento 5 Stelle (oppure fondatore del suo nuovo partito?) ha tenuto a precisare che "questo non è il Piano del governo di turno, non era allora del governo Conte, non lo è oggi del governo Draghi". Evidentemente Conte non digerisce gli applausi e i meriti all'indirizzo esclusivo dell'esecutivo in carica.

Come l'avranno presa a Palazzo Chigi? È stata una mossa inaspetta che di certo non ha lasciato indifferente Draghi: se la poteva pure risparmiare ma non possiamo certo replicare a queste cose, è il ragionamento riferito da chi gli è vicino. Addirittura Marco Antonellis su Tpi parla di "guerra fredda" - a volte sotterranea - tra i due.

Quale futuro per Conte?

Nel frattempo il futuro dell'ex premier resta un'incognita. "Conte vuole diventare la Meloni di sinistra", è una delle tante riflessioni che si fanno. Una posizione dunque di opposizione, nell'area di centrosinistra, per attirare i voti di alcuni elettori del Partito democratico. C'è chi è pronto a giurare che nelle prossime settimane i toni si alzeranno e diventeranno aspri: passato il semestre bianco, quando i parlamentari grillini non vivranno più con lo spettro dello scioglimento anticipato delle Camere, si potrebbe interpretare il ruolo dell'opposizione seppure stando nel governo.

Cosa ne pensa Beppe Grillo? È soddisfatto dall'atteggiamento dei 5 Stelle nei primi mesi del governo Draghi o starebbe meditando di uscire dall'esecutivo? Nel frattempo, sempre secondo Tpi, ci sarebbero stati diversi contatti telefonici tra Enrico Letta e Luigi Di Maio: il segretario del

Partito democratico avrebbe chiesto rassicurazioni in merito, contando sul sostegno dei pentastellati e sperando che non si verifichino pericolose fughe in avanti in grado di minare la costruzione dell'alleanza giallorossa.

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