Harris-Blinken, Usa all'attacco: "La Russia dovrà rispondere per i crimini contro l'umanità"

La vice presidente e il segretario di Stato contro Mosca: "Ci sono le prove". Pronto un tribunale speciale internazionale

Harris-Blinken, Usa all'attacco: "La Russia dovrà rispondere per i crimini contro l'umanità"

New York - La Russia ha commesso «crimini contro l'umanità» in Ucraina, conducendo attacchi «diffusi e sistemici» contro la popolazione. Dal palco della Conferenza di Monaco sulla Sicurezza, a meno di una settimana dal primo anniversario dell'inizio della guerra, la vice presidente americana Kamala Harris lancia un'accusa «formale» a Mosca: «a coloro che hanno perpetrato questi crimini e ai loro superiori che sono stati complici, dico che saranno chiamati a risponderne».

Parole a cui hanno fatto eco i ministri del G7, sottolineando come «non ci deve essere impunità per i crimini di guerra e le altre atrocità, compresi gli attacchi alle popolazioni civili e alle infrastrutture, e le deportazioni forzate di civili ucraini in Russia». E ribadendo poi «l'impegno a chiederne conto a tutti i responsabili, compresi il presidente Putin e la leadership russa in conformità con il diritto internazionale, e a mantenere e intensificare le sanzioni contro Mosca per limitare il suo sforzo bellico».

Harris, da parte sua, ha stilato un elenco di accuse contro le truppe russe, spiegando che «dai primi giorni di questa guerra immotivata hanno commesso atti raccapriccianti di omicidio, tortura, stupro e deportazione, uccisioni in stile esecuzione, percosse e scariche elettriche».

«Abbiamo esaminato le prove, conosciamo gli standard legali e non ci sono dubbi, si tratta di crimini contro l'umanità. Le loro azioni sono un attacco ai nostri valori comuni, un attacco alla nostra comune umanità», ha detto ancora la numero due di Joe Biden ai leader riuniti in Baviera, ricordando le immagini dei corpi per le strade di Bucha e l'aggressione sessuale di una bambina di quattro anni da parte di un soldato russo, atto «barbaro e disumano». «Siamo tutti d'accordo: a nome delle vittime, conosciute e sconosciute, la giustizia deve essere servita», ha aggiunto in quella che è considerata una delle dichiarazioni più forti pronunciate da una potenza occidentale.

Il segretario di stato Antony Blinken ha poi precisato che gli Stati Uniti hanno stabilito «formalmente» che la Russia ha commesso «crimini contro l'umanità in Ucraina sulla base di un'attenta analisi delle leggi e dei fatti disponibili», parlando di «esecuzione di uomini, donne e bambini, tortura di civili detenuti, stupri e deportazioni in Russia centinaia di migliaia di ucraini, compresi bambini che sono stati separati con la forza dalle loro famiglie». Atti che «non sono casuali o improvvisati ma fanno parte di un attacco sistematico del Cremlino contro la popolazione civile ucraina», ha continuato, riaffermando come «non ci può essere impunità, tutti i responsabili devono pagare le conseguenze delle loro azioni». E assicurando l'impegno di Washington a «cercare giustizia per il popolo ucraino per tutto il tempo necessario».

Il ministro degli Esteri di Kiev Dmytro Kuleba a margine della Conferenza di Monaco ha apprezzato la mossa degli Usa, e ha accusato la Russia di aver iniziato una «guerra genocida». «Tutto ciò che ne deriva sono crimini contro l'umanità, crimini di guerra e varie altre atrocità commesse dall'esercito di Putin nel territorio dell'Ucraina», ha detto, esprimendo tuttavia il timore che non ci siano prove sufficienti per perseguire «individui specifici».

La Corte penale internazionale sta indagando su tali reati, e secondo il capo dell'ufficio

presidenziale ucraino Andriy Yermak, «il modo più rapido e semplice per costruire la sicurezza del paese e del mondo intero è creare un tribunale speciale per processare la leadership russa per il crimine di aggressione».

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