L'exploit è solo nei salotti: la Bonino non supera il 3%

Allarme per il centrosinistra: Insieme e la Lorenzin sotto la soglia dell'1% rischiano di non portare voti

L'exploit è solo nei salotti: la Bonino non supera il 3%

I cespugli pagano pegno con percentuali deludenti e affondano insieme al Pd. Nel campo della sinistra, solo +Europa di Emma Bonino, per un po' è sembrata poco lontana dalla soglia di sbarramento del 3%. Ma poi le prime proiezioni hanno ridimensionato il risultato degli exit poll. L'exploit annunciato prima del silenzio elettorale è stato prima confermato dai sondaggi di ieri. Poi è stato di fatto smentito.

Per le altre liste satellite del Pd, dalla prodiana Insieme alla lista Civica popolare, è stata una vera débâcle. I nuovi simboli nati per le elezioni politiche con l'obiettivo di costruire una coalizione attorno al partito di Matteo Renzi sono andati male. Peggio delle previsioni. Salvati, con tutta probabilità, i leader, molti dei quali se la caveranno grazie alle candidature nei collegi uninominali, quasi tutte blindate. Oltre alla stessa Bonino, Benedetto della Vedova. Il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin, leader della lista Civica popolare. Poi i leader del cartello elettorale prodiano. Dal verde Angelo Bonelli, al segretario del Psi Riccardo Nencini. Sul conto degli esterni sostenuti dal Pd, ma a tutti gli effetti candidato democratico, l'ex leader Udc Pier Ferdinando Casini.

Più Europa ieri veniva data, a seconda dei sondaggisti, tra il 2,8 e il 3,4%, con punte del 4%. Dalle proiezioni, quindi dai primi dati basati su voti reali, i consensi di Bonino si sono fermati al 2,5 in Senato e 2,7 alla Camera.

Lista Civica Popolare, del ministro della Sanità Beatrice Lorenzin e Insieme, intorno al mezzo punto percentuale sia alla Camera sia al Senato. È servito a poco il sostegno di Romano Prodi, ufficializzato negli ultimi giorni di campagna elettorale. La lista «ulivista» che riunisce Verdi, Socialisti del Psi e Area civica scompare, con buona pace della «vocazione maggioritaria» marchio di fabbrica dell'Ulivo. I cespugli esprimeranno comunque un gruppo di parlamentari, proveniente dai collegi uninominali.

Una mini pattuglia (ieri, a spanne, nella sedi dei partiti si ragionava su 4 deputati e altrettanti senatori per +Europa) che non cambierà gli equilibri politici generali. Ma che potrebbe essere decisiva per un'altra battaglia, quella dentro la sinistra e dentro il Partito democratico, a scapito di Matteo Renzi.

Anche se perdente, come il Partito democratico, la pattuglia della Bonino può diventare il catalizzatore di una nuova coalizione politica che potrebbe aggregare consensi intorno a personalità esterne come il ministro Carlo Calenda, che ha sostenuto da indipendente la lista +Europa al segretario dei metalmeccanici della Cisl Marco Bentivogli.

Lista teoricamente liberale, +Europa potrebbe facilmente trovare una sponda in LeU (sul fisco la lista Bonino ha posizioni se possibile più a sinistra di quelle dei bersaniani), ma anche dei pezzi di Pd che potrebbero abbandonare il segretario. Un programma che troverebbe vari padri nobili.

Giorgio Napolitano, Romano Prodi e probabilmente anche Mario Monti. Il tutto contro Matteo Renzi. Sempre che nel Pd si arrivi veramente alla resa dei conti e che qualcuno, a sinistra, riesca a imporsi come vincitore del voto.

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