"I decessi sono veri?". "Sì, ma di tre giorni fa". Così Palermo taroccava i dati destinati all'Iss

L'ammissione di Razza: "Noi responsabili al 90 per cento della situazione"

"I decessi sono veri?". "Sì, ma di tre giorni fa". Così Palermo taroccava i dati destinati all'Iss

«I deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?». Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dasoe, il dipartimento regionale per le attività sanitarie e osservatorio ed epidemiologico dell'assessorato della Salute siciliano chiede lumi sul da farsi all'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. Vuole sapere come comunicare all'Istituto superiore della Sanità (Iss) i dati relativi al Covid19, tra positivi, deceduti e tamponi effettuati. Non sanno ovviamente di essere intercettati e per questo parlano nel dettaglio di come inviare i dati nella consapevolezza che risultassero alterati col fine ultimo, secondo l'accusa mossa dalla procura di Trapani, di presentare una situazione più confortante rispetto a quella reale.

«Ma sono veri?», chiede lui riferendosi ai morti. «Si, solo che sono di tre giorni fa». E la conclusione dell'assessore è disarmante: «Spalmiamoli un poco». «Ah, ok - prosegue la dirigente -. Allora oggi gliene do uno e gli altri li spalmo in questi giorni, va bene, ok. Mentre quelli del San Marco, i 6 sono veri e pure gli altri 5 sono tutti di ieri... Quelli di Ragusa, Ragusa 5! E questi 6 al San Marco sono di ieri... perché ieri il San Marco ne aveva avuti altri 5 del giorno prima, in pratica. Va bene?». E lui ribadisce il suo «ok».

Entrambi sono coinvolti nell'inchiesta sui dati comunicati alterati all'Iss: l'assessore è indagato, mentre la dirigente è agli arresti domiciliari come anche il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell'assessorato, Emilio Madonia, con l'accusa di falso materiale ideologico in concorso.

Nella telefonata finita negli atti dell'inchiesta avvenuta lo scorso novembre dopo la decisione del governo di mettere la Sicilia in zona arancione, Razza spiega anche alla dirigente come stanno le cose secondo lui: «Letizia, è inutile che facciamo stare in piedi sacchi vuoti... C'è stata una gravissima sottovalutazione e il dato finale di questa gravissima sottovalutazione è scritto in quegli indicatori. Poi secondo me sono sbagliati perché mettono sullo stesso piano indicazioni diverse, però come avrai visto ci sono dei dati dove noi comunichiamo zero!... E chissà da quanto!».

Ed emerge molto altro di più, ovvero un'ammissione da parte di Razza. È il gip a metterla in evidenza scrivendo che l'assessore è amareggiato «per non essere riusciti - scrive il magistrato - ad assicurare la buona gestione dell'emergenza sanitaria».

«Razza - spiega il giudice - riferisce che il 90 per cento della situazione creatasi è attribuibile alla loro piena responsabilità, ma la Di Liberti sostiene che i dati sono quelli estrapolati dalle piattaforme informatiche, al che l'assessore le fa notare, con rammarico, che nessuno lo ha mai informato della grave criticità emersa, a suo dire, da un raffronto dei dati della regione siciliana con quelli comunicati dalle altre regioni».

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