Decreti Salvini? Già fatti a pezzi: l'accoglienza torna business

Il decreto immigrazione sarà esaminato a settembre ma i dl di Salvini sono già stati fatti in mille pezzi: aumentano i fondi, prorogati progetti per i migranti

Decreti Salvini? Già fatti a pezzi: l'accoglienza torna business

Verrà esaminato a settembre. E guai a chiamarlo decreto sicurezza. Sul cambiamento di nome il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese è stata chiara: decreto immigrazione, non sicurezza. "Il testo è stato chiuso con le parti politiche della maggioranza. Verrà esaminato dopo il periodo estivo, se ne parlerà a settembre", aveva spiegato il ministro a Ferragosto aggiungendo di non aver toccato "gli aspetti della sicurezza ma la parte immigrazione, andando a recepire le osservazioni della presidenza della Repubblica". Così i decreti sicurezza di Matteo Salvini sono già stati fatti a pezzi.

Tra le modifiche principali c'è quella che riguarda il meccanismo di accoglienza. "Quello che era una volta lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ndr) lo chiamaremo Sai, Sistema di accoglienza", aveva spiegato Lamorgese. Un cambio di nome che renderà meno netta la distinzione tra profughi e richiedenti asilo. Poi il ministro aveva aggiunto: "Prevediamo che i Comuni se ne facciano carico ma tenendo conto delle risorse economiche disponibili. Fatti i calcoli, ce ne vogliono di ingenti, lo vedremo a regime nel tempo, ci si arriverà gradualmente". Un altro aspetto, come riporta La Verità, riguarda il business dell'accoglienza. Se i decreti di Matteo Salvini puntavano a tagliare i fondi a cooperative, onlus e altre istituzioni, i giallorossi hanno cambiato del tutto l'impostazione. Ed ecco che i fondi tornano a salire e i professionisti dell'accoglienza a guadagnare.

Pochi giorni fa, Luciana Lamorgese e il ministro Luigi Di Maio hanno concluso un accordo a Tunisi che prevede il pagamento al governo nordafricano di 11 milioni di euro. Un "successo" per i giallorossi che ha scatenato l'ira della Lega. "L'Italia - ha tuonato l'ex ministro Salvini - finanzia i controlli anti-clandestini in Tunisia grazie ai decreti Sicurezza che il governo vuole cancellare. Gli 11 milioni che Roma verserà a Tunisi sono frutto dei risparmi sul capitolo dell'accoglienza dopo la razionalizzazione voluta dalla Lega e approvata anche dai grillini. Ennesima dimostrazione che Conte-5Stelle-Pd non hanno idee né valori ma solo odio ideologico e fame di poltrone. Questo governo mette in pericolo l'Italia". E intanto gli immigrati continuano ad arrivare.

Come aveva riportato il Giornale.it, a partire dall'inizio dell'anno e fino al 7 di agosto compreso sono stati 14.832 i nuovi arrivi contro i soli 4.039 registrati nel 2019. Numeri allarmanti che creano tensioni dei centri di accoglienza di tutto il Paese. E come se non bastasse, ieri la Ong spagnola Open Arms ha annunciato un ritorno nel Mediterrano centrale per "documentare ciò che sta accadendo in quel tratto di mare, attivando le amministrazioni responsabili della protezione dei più vulnerabili e assicurando un rapido intervento in caso di necessità".

Infine, lo scorso 10 agosto il Viminale ha autorizzato la prosecuzione di centinaia di progetti per richiedenti asilo e rifugiati a partire dal primo gennaio 2021 per un costo di 375.445.844,01 euro. E questa è soltanto una parte di tutti i soldi che il Paese dovrà sborsare per garantire l'accoglienza.

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