I guai col petrolio dell'ammiraglio ambientalista

De Giorgi nel filone del porto di Augusta. I legami del figlio col mondo renziano

I guai col petrolio dell'ammiraglio ambientalista

Maledetto petrolio. E maledetta Augusta, che già due anni fa, per una vicenda legata a Mafia Capitale, ha messo nei guai, come vittima di una frode milionaria, la «sua» Marina. No, non se l'aspettava il capo di stato maggiore della Marina Giuseppe De Giorgi, ambientalista militante designato a febbraio dal Wwf come proprio ambasciatore, di vedere il suo nome invischiato nel pasticcio di Tempa Rossa. E non poteva aspettarselo (anche se ha avuto a settembre l'avviso di proroga delle indagini) anche perché, con l'emendamento pro Total e pro compagno del ministro Federica Guidi lui, e la Marina, non c'entrano nulla. E infatti De Giorgi si è detto «sorpreso» e «amareggiato», e ha fatto sapere di voler chiarire.Maledetto petrolio, e maledetta Augusta (Siracusa), la città d'origine di Gianluca Gemelli, l'imprenditore fidanzato della Guidi che con le sue chiacchiere al telefono avrebbe finito con l'inguaiare tutti. Anche il capo di Stato maggiore della Marina, uno dei militari italiani più conosciuti pure all'estero, premiato come «Militare dell'anno» nel 2007 dagli Usa e inventore di Mare Nostrum. Proprio dalle intercettazioni nasce il filone siciliano. Gemelli, lo ha scritto Repubblica, avrebbe contattato tramite intermediari l'ammiraglio De Giorgi per la concessione di un pontile militare nel porto di Augusta. Total non c'entra, ad Augusta non ha insediamenti. Ma gli interessi di Gemelli sul porto di Augusta - promosso a gennaio dal governo Renzi visto che è diventato sede di Autorità di sistema portuale, col provvedimento che ha ridotto le Autorità portuali da 24 a 15 - per i pm sono consistenti. E infatti proprio ad Augusta i pm hanno acquisito atti relativi a centinaia di concessioni, decine sul deposito petrolifero.Maledetto petrolio, per la Marina militare di De Giorgi. E anche Augusta. Proprio la base siracusana era finita nella bufera nel 2014, per una «coda» di Mafia capitale: secondo gli inquirenti, milioni di litri di gasolio venivano consegnati al deposito della Marina solo sulla carta, visto che la nave cisterna che avrebbe dovuto trasportarli era naufragata nel 2013. Bilancio della frode: 7 milioni di euro.Maledetto petrolio, Augusta e l'inchiesta sul petrolio, per De Giorgi. Non ci voleva proprio per l'ammiraglio questa tegola dell'indagine, quasi a scadenza di mandato e pure al centro delle polemiche del M5S per aver strappato al governo il sì alla legge navale: 5,4 miliardi di euro per la costruzione di navi militari.

Del resto, tra l'ammiraglio e il governo Renzi, una certa «parentela» c'è: il figlio di De Giorgi, Gabriele, renziano della Leopolda, ex assistente parlamentare, è da tre anni il braccio destro del sottosegretario all'Interno Domenico Manzione, il magistrato fratello di Antonella Manzione, l'ex capo dei vigili di Firenze che Renzi ha voluto a tutti i costi con sé a Palazzo Chigi e che ora è stata nominata al Consiglio di Stato, in una delle commissioni dell'Anticorruzione di Cantone. L'inchiesta sul petrolio va avanti. Da oggi gli interrogatori di garanzia dei 6 arrestati.

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