I marziani russi sanificano il primo ricovero. La gente manda baci: "Benvenuti a chi ci aiuta"

In tuta azzurra, scafandro e maschera di contenimento i sanitari mandati da Mosca hanno sterilizzato 2mila metri quadri. E anche Milano li aspetta

I marziani russi sanificano il primo ricovero. La gente manda baci: "Benvenuti a chi ci aiuta"

Bergamo - Da una parte il tricolore russo, dall'altra quello italiano. In mezzo la scritta «Dalla Russia con amore» in italiano, inglese e cirillico. Nel nome della missione, affisso sul muso degli enormi camion di Mosca, c'è un po' tutto. Il richiamo al film di 007 girato ai tempi della guerra fredda racconta sicuramente l'innegabile legame tra due nazioni che - nonostante l'appartenenza ad alleanze diverse - hanno sempre mantenuto oltre alle importanti relazioni economiche, anche rapporti di reciproca simpatia e vicinanza. Ma nel nome assegnato alla missione c'è anche l'implicita ironia di un titolo che ci ricorda come l'aiuto inviatoci da Vladimir Putin si contrapponga alla lontananza dell'America e al gelo di un'Europa paralizzata dall'egoismo tedesco.

Ad Alzano Lombardo e a Nembro, due cittadine della Val Seriana decimate dal contagio, nessuno ha voglia di polemizzare. Qui i camion con la bandiera di Mosca scortati da carabinieri, Protezione civile e accompagnati un'unità del 7º Reggimento Cbrn di «Cremona» - il reparto del nostro esercito specializzato nella difesa nucleare, biologica e chimica - sono i benvenuti. Gli abitanti affacciati alle finestre e ai cancelli delle villette salutano e fotografano. Una signora manda baci con entrambe le mani e urla «Benvenuto a chiunque ci aiuta».

La dottoressa Maria Giulia Madaschi, direttrice della casa per anziani Martino Zanchi, prima tappa delle squadre di disinfestazione arrivate da Mosca, sembra condividere in pieno il sentimento della popolazione. «Qui da quando è iniziato il contagio abbiamo avuto più di qualche ospite morto. Per questo l'offerta russa di sanificare l'edificio non può che farci piacere». Mentre la direttrice parla quattro marziani in tuta azzurra, scafandro e maschera di contenimento sbucano dall'edificio portandosi in spalla due enormi vaporizzatori cromati. «Grazie ai nostri moduli mobili - spiega il capitano Dimitri Fyodorov - abbiamo appena finito di sterilizzare 2mila metri quadri fra stanze e corridoi dello stabile garantendo l'eliminazione radicale del coronavirus. Ora l'edificio è completamente agibile e purificato E i suoi ospiti sono più sicuri».

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Qualcuno potrebbe, naturalmente, mettere in dubbio l'utilità dell'intervento offerto dal presidente Putin evidenziando come al fianco dei militari russi operino comunque gli italiani del 7° reggimento Cremona capaci di svolgere ugualmente bene la sanificazione. Il problema non è, però, qualitativo. L'eccellente struttura sanitaria lombarda è stata affossata dall'enorme quanto imprevedibile afflusso di contagiati che ha determinato una carenza di posti letto e la necessità di cospicui rinforzi sul fronte del personale. In questa situazione anche l'apertura del nuovo pronto soccorso, progettato e realizzato in tempi record dentro la Fiera, risulterebbe assolutamente inutile in assenza del personale sanitario in grado di farlo funzionare. Proprio per questo l'aiuto russo coordinato dal generale Serge Kikot, vice comandante delle truppe Nbc di Mosca, promette di rivelarsi prezioso.

Le otto unità mediche formate da anestesisti, medici generici, epidemiologi e infermieri e dotate di cellule di bonifica non garantiranno solo una più rapida disinfezione delle 65 case di riposo dove gli anziani vengono decimati dal virus, ma saranno indispensabili per far funzionare il nuovo ospedale pronto ad entrare in funzione nei padiglioni della Fiera di Bergamo.

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