Per la prima volta Netanyahu si scusa per i massacri del 7 ottobre

In un'intervista alla rivista Time il premier israeliano ammette: "Mi dispiace profondamente che sia successo qualcosa del genere". Poi assicura: "Resterò in carica finché riuscirò ad aiutare Israele"

Per la prima volta Netanyahu si scusa per i massacri del 7 ottobre
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Per la prima volta Benjamin Netanyahu si scusa con il suo Paese dopo gli attentati del 7 ottobre 2023. In un'intervista alla rivista Time il premier israeliano si dice "profondamente" dispiaciuto per i massacri messi a segno da Hamas, costati la vita a 1.200 persone. Gli chiedono in modo diretto se abbia intenzione, o meno, di scusarsi per i fallimenti (dei servizi segreti) che hanno portato agli attacchi terroristici. Lui risponde così: "Certo, certo. Mi dispiace profondamente che sia successo qualcosa del genere. E ti guardi sempre indietro e dici: 'Avremmo potuto fare cose che avrebbero potuto impedirlo?'". Ufficialmente Netanyahu non si era mai preso le colpe di quanto accaduto, a differenza dei vertici della sicurezza e dell’intelligence israeliana che ammisero le loro falle.

Il premier ha parlato anche del suo futuro (politico), assicurando che resterà in carica "finché crederò di poter aiutare a guidare Israele verso un futuro di sicurezza duratura e prosperità". E con una battuta ha detto di preferire "avere cattiva pubblicità piuttosto che un buon necrologio".

Se è del tutto evidente che i fatti del 7 ottobre rappresentino uno dei peggiori fallimenti israeliani sul piano della sicurezza, è interessante sapere cosa penserebbe Netanyahu di chi governa il Paese se lui si trovasse all'opposizione. A precisa domanda risponde in modo molto diplomatico: "Dipende da cosa fanno. Sono in grado di guidare il paese in guerra? Possono condurlo alla vittoria? Possono assicurare che la situazione del dopoguerra sarà di pace e sicurezza? Se la risposta è sì, dovrebbero restare al potere". La sua risposta, ovviamente, rispecchia la ferma convinzione di essere nel posto giusto al momento giusto.

Per Israele Hezbollah colpirà prima dell'Iran

Citando fonti dell'intelligence la Cnn afferma che in Israele si è fortemente diffusa la convinzione che sarà il movimento di Hezbollah a lanciare per primo una ritorsione, nei prossimi giorni. L'Iran, invece, starebbe tergiversando, in dubbio se far scattare o meno un attacco su larga scala per vendicare l’uccisione del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh.

Tregua di sei settimane, colloqui in corso

Alcuni funzionari egiziani, americani, del Qatar e di Israele starebbero discutendo al fine di raggiungere un accordo di tregua di sei settimane. La notizia è riportata dal giornale Al-Akhbar. Gli Usa punterebbero su una situazione di "necessità" da parte di Hamas che potrebbe spingerla "ad accettare" l'offerta.

L'amministrazione americana, spiegano le fonti, "non vorrebbe un'escalation" e i funzionari egiziani starebbero lavorando per scongiurarla, considerati gli intensi contatti degli ultimi giorni, sperando di "raggiungere una tregua a Gaza entro pochi giorni".

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