I non eletti 5s: "Non paghiamo per stipendiare i big trombati"

I non eletti 5s: "Non paghiamo per stipendiare i big trombati"

Dalle parti del M5s alla fine si finisce sempre per parlare di soldi. Il nodo del contendere sono le restituzioni arretrate. Soldi chiesti da Giuseppe Conte agli ex parlamentari grillini con una lettera in cui si invita a regolarizzare la propria posizione e provvedere a versare al partito i bonifici in sospeso. Una richiesta che ha mandato su tutte le furie soprattutto gli ex eletti pentastellati che hanno deciso di lasciare il Movimento. Il dubbio, tra i fuoriusciti, è che Conte pressi sugli arretrati per assumere altri big che non hanno bissato il seggio in Parlamento. «Noi che siamo fuori non daremo un centesimo, non vogliamo pagare per mantenere chi sarà assunto nel partito», si sfoga a taccuini chiusi una ex parlamentare. Dopo i ripescaggi nei gruppi parlamentari di alcuni pezzi da novanta come Paola Taverna e Vito Crimi, adesso si teme un'infornata di assunzioni all'interno della struttura di partito. E gli ex non vogliono che i loro arretrati siano usati per questo scopo. Tanto che qualcuno non esclude ricorsi contro la lettera di Conte e ricorda: «Quei bonifici non valgono nulla, teoricamente potremmo chiedere i soldi indietro anche dopo dieci anni».

Ma non sono soltanto gli ex a non pagare. E così il malumore dei transfughi si salda con le prime insofferenze di alcuni tra gli attuali eletti. Nonostante la patina di un gruppo tutto compatto sotto le insegne contiane, comincia a emergere qualche mal di pancia. A finire sotto la lente di ingrandimento dei vertici e al centro delle voci di Palazzo sono i grillini ora al secondo mandato. Descritti come «svogliati» e poco motivati, sono preoccupati dal fatto di essere a fine corsa dopo la fine di questa legislatura. Se Conte non ritocca la regola del doppio mandato, al prossimo giro non saranno candidabili. L'avvocato cerca di bandirli con promesse di posti all'Europarlamento o nelle regioni, ma loro hanno perso l'entusiasmo della scorsa legislatura. Si vocifera che anche uno dei vicepresidenti del M5s, il deputato Riccardo Ricciardi, non sia più vicino a Conte come prima.

«Vorrei fare opposizione ma non me lo permettono e mi hanno assegnato a una commissione in cui non posso lavorare bene», si lamenta una deputata. Ma più che dalla frustrazione, gli eletti al secondo mandato sono tormentati dall'incertezza sul futuro.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica