I sandali ai piedi, il sangue e l'allarme dopo nove ore. La fuga non convince i pm

Era a 3 chilometri dal casolare dove la famiglia abita isolata: "Stile di vita inadatto a un bimbo"

I sandali ai piedi, il sangue e l'allarme dopo nove ore. La fuga non convince i pm

Lieto Fine. Il bimbo è salvo. Ma molte cose non tornano nel racconto «ufficiale» dei genitori. Tanto che la Procura di Firenze ha aperto un'inchiesta per abbandono di minore. Un atto dovuto nei confronti dei genitori di Nicola Tanturli, appena 21 mesi, che - secondo la versione (tutta la verificare) di mamma e papà - si sarebbe alzato dal lettino, sarebbe uscito di casa (un casolare isolato tra i boschi attorno a Palazzuolo sul Senio), avrebbe percorso tre chilometri (la distanza tra l'abitazione e il burrone dove ieri è stato ritrovato) per poi precipitare nel crepaccio dove un giornalista Rai lo ha individuato salvandogli la vita. Tanti condizionali però in questo racconto dei coniugi Tanturli, che avranno certo raccontato la verità. Ma le verifiche sono d'obbligo. I genitori hanno dichiarato di aver messo a dormire il bimbo alle h.19 di lunedì e di essersi accorti della sua scomparsa a mezzanotte (5 ore durante le quali nessuno si è accertato se Nicola fosse o no nel suo letto). Com'è possibile che Nicola sia stato lasciato solo per tante ore? Ma, a quel punto, invece di avvertire subito i soccorsi, madre e padre hanno cominciato a cercare autonomamente il bambino. Ricerche vane che sono proseguite per l'intera notte e solo alle 9 del mattino successivo i genitori di Nicola hanno finalmente allertato le forze dell'ordine. Perché attendere 9 ore prima di far scattare l'emergenza? Perché costringere il piccolo a 36 ore di attesa prima di essere salvato? Trenta ore in una zona impervia, buia e popolata da animali selvatici: tutti elementi che avrebbero potuto essere fatali al piccolo. E poi c'è un altro dettaglio che non quadra. I genitori di Nicola sostengono di aver messo a letto il figlio dopo avergli sfilato i sandali dai piedini; invece quando il bimbo è stato trovato i sandali erano calzati regolarmente. Altra stranezza: quando il giornalista ha raggiunto il piccolo tra i rovi della scarpata, il bimbo non aveva graffi sul corpo, maglia e pantaloncini erano integri. Per non parlare dell'«anomalia» di alcune tracce di sangue trovate vicino la porta di casa. I genitori di Nicola sono persone «originali», che hanno scelto uno stile di vita da eremiti lontano dagli schemi della società cosiddetta civile; una sorta di primitivismo il cui habitat però forse mal si adatta alla crescita di un bimbo di due anni.

Una situazione complessa che ha portato all'apertura di un fascicolo da parte della Procura di Firenze che, al momento, sarebbe senza indagati. Ma i genitori del piccolo dovranno fornire più di una spiegazione. L'ipotesi di reato di «abbandono di minore» appare una circostanza fin troppo evidente per non essere contestata in sede di indagine preliminare. I carabinieri confermano: «Stiamo facendo gli accertamenti sulla dinamica dell'accaduto e riferiremo alla magistratura. La valutazione sul comportamento dei genitori al temine delle indagini sarà riferita in Procura». Leonardo Tanturli e la moglie Pina, giurano di avere la coscienza a posto: «Non abbiamo avvertito subito i soccorsi perché credevamo di ritrovare nostro figlio nel giro di pochi minuti». Sono trascorse invece 36 ore.

E se non fosse stato per la fortuna e per l'intuito di un giornalista, chissà Nicola che fine avrebbe fatto. I genitori tengono a rimarcare che «Nicola è un bambino molto autonomo e intraprendente». Ma come può esserlo un bambino di 21 mesi. Che non poteva - e non doveva - essere lasciato solo.

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