Indispensabile recuperare il tempo scuola in presenza. Necessità invocata dal neopremier, Mario Draghi, nel suo discorso alle Camere. Tutti d'accordo in linea di principio ma la sola ipotesi di allungare il calendario scolastico fino alla fine di giugno ha subito provocato un'insurrezione da parte dei sindacati scuola. E così le lezioni fino al 30 giugno restano una possibilità ma soltanto per le elementari. Ma anche sul futuro dei più piccoli incombe la minaccia delle varianti che oltretutto si diffondono più facilmente tra i bambini.
Draghi aveva sottolineato la necessità di «recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno, soprattutto nelle Regioni del Mezzogiorno» dove molte famiglie non avevano a disposizione gli strumenti per usufruire appieno della dad. Al momento, nessuna decisione è stata presa e comunque la scelta delle date per il calendario scolastico è una prerogativa delle Regioni.
Il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ha subito sgomberato il campo dalle ipotesi di cambiamento per la maturità di quest'anno: si resta allo status quo, niente scritti e maggior peso alla carriera scolastica.
Per la primaria resta in piedi la proposta di allungarsi fino alla fine di giugno anche perché di solito i plessi scolastici comprendono anche le materne già aperte fino al 30 giugno e dunque con una presenza del personale assicurata per quelle fasce d'età.
Quindi non tanto per recuperare la didattica ma per lasciare ai bambini la possibilità di interagire pienamente con i loro coetanei e gli insegnanti si sta valutando l'ipotesi di tenere aperte le scuole elementari per tutto il mese di giugno.
Il ministro Bianchi è intenzionato ad ascoltare e dalla prossima settimana proseguono gli incontri con docenti e presidi professori e studenti.
Sull'apertura delle primarie si registra disponibilità anche da parte dei presidi. Paola Serafin, Cisl scuola, ricorda che la primaria è rimasta sempre aperta ma che resta l'incognita delle varianti. Per la Serafini non ci sono ostacoli così come per Mario Rusconi che rappresenta l'Associazione nazionale presidi per il Lazio. Preoccupa il gap formativo per i piccoli della prima che in effetti arrivati in seconda hanno difficoltà a leggere e scrivere. Lacune rimaste aperte che normalmente vengono superate nella seconda parte del primo anno ma che con la dad sono invece rimaste aperte.
Per medie e superiori invece per i presidi sarebbe praticabile la strada dei recuperi per piccoli gruppi in presenza o in alternativa sempre in didattica a distanza nel pomeriggio al di fuori e in più rispetto al normale
orario scolastico.Sul tavolo anche la possibilità di anticipare il rientro a scuola dal primo settembre. Ma anche questa è una scelta che alla fine devono fare le Regioni tenendo anche conto della situazione epidemiologica.
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