La scuola flop di Franceschini: spesi 23 milioni per appena 17 studenti

Oltre un milione e trecento mila euro per ogni studente: questa è la spesa dei contribuenti per la scuola voluta dal ministro Franceschini

La scuola flop di Franceschini: spesi 23 milioni per appena 17 studenti

La Fondazione Scuola per i Beni e le Attività Culturali, anche detta Sbac o "Scuola del Patrimonio" sarà presto oggetto di un esposto alla Corte dei conti. Si tratta di un istituto privato a partecipazione pubblica voluto soprattutto dal ministro della cultura Dario Franceschini.

La scuola è diretta da Alessandra Vittorini e si può accedere ad essa solamente dopo aver ottenuto un dottorato o dopo aver completato una scuola di specializzazione. Dal 2015, anno della sua fondazione, ha ricevuto oltre 23 milioni di euro di contributi pubblici per un corso biennale frequentato da 17 studenti, i quali, come sottolinea Libero, sono costati in media ai contribuenti una cifra vicina a 1 milione e 347mila euro.

I dipendenti della scuola nell'ultimo anno sono stati 19 e sono costati 1,7 milioni di euro. Non si esclude la possibilità che questi il prossimo anno diventino 30. Spese altissime nonostante la pandemia abbia reso impossibile recarsi in presenza e di conseguenza ridotto nettamente le attività disponibili.

Non si può dimenticare, inoltre, che i gettoni di presenza per i membri del Consiglio di gestione, come riporta sempre Libero, sono passati da 6 mila euro, nel 2019, a 50 mila quest'anno. Gli obiettivi che si pone questa scuola è creare una Fondazione apposita che dia vita a una International School of Cultural Heritage annuale che ancora non ha una sede precisa e non si capisce il valore del titolo accademico che questa eroga. Stando a un decreto emanato ad agosto, inaugurerà un "corso-concorso" per formare "la dirigenza tecnica del MiBact".

Corso-concorso che non ha una sede e non si sa dove dovrebbe essere svolto. La Fondazione, qualche tempo fa, ha spiegato che la prossima collocazione potrebbe essere Palazzo Rivaldi, a due passi dal Colosseo. I costi di restauro di questo però si aggirano sui 35 milioni di euro. In molti si domandano se sia giusto investire 3,5 milioni di euro all'anno in un corso post-post laurea riconosciuto solo in Italia. Tra questi il sindacato Confsal-Unsa, la federazione del pubblico impiego che lunedì 20 settembre annuncerà la presentazione dell'esposto alla Corte dei conti. "È il solito caso di carrozzone con sperpero di denaro pubblico che favorisce i soliti noti", dichiara Giuseppe Urbino, presidente Unsa.

Diverse le domande a cui ancora non si riesce a dare una risposta, in particolare ci si chiede quale sia il ruolo dello Stato in tutto questo e perché si permette ancora la creazione di master privi di autorevolezza. Inoltre, Franceschini non è nuovo a questo tipo di esperienza. Già nel 2012 con la Scuola di Turismo di Francesca Palumbo, istituita sotto la prima gestione ministeriale di Franceschini grazie a una norma inserita nelle "misure urgenti per la crescita del Paese", firmato da Mario Monti, si era alzato più di qualche polverone. Tra le varie, si ricorda un atto ispettivo recapitato a Palumbo il quale avrebbe firmato "al buio" atti di finanziamento pari a 7 milioni di euro. E la Sbac sembra esserne la copia.

La difesa di Franceschini

Franceschini, nonostante le accuse, continua a difendere a spada tratta la sua creazione spiegando: "C'è una nuova governance, fa formazione internazionale e sta crescendo la parte di formazione che fa per il personale.

È stata introdotta una norma nuova che finalmente consentirà di fare formazione finalizzata alle assunzioni, formando sovrintendenti, direttori dei musei. Bisogna che la scuola cresca perché non ci si può occupare solo dei dirigenti o dei sovrintendenti ma anche di personale non dirigenziale".

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