I sondaggisti avvertono il Pd: "Così spostate l'asse troppo a sinistra"

Buttaroni (Tecné): "Inseguono l'1% di Articolo Uno per riunire l'area"

I sondaggisti avvertono il Pd: "Così spostate l'asse troppo a sinistra"

«Compagni, bentornati a casa». È un po' questo il clima di attesa dentro il Pd dove sia Elly Schlein sia Stefano Bonaccini attendono il rientro dei «figliol prodighi» di Roberto Speranza e dei bersanian-dalemiani. «Già alle europee e alle Politiche si è ragionato e costruito un percorso comune. il Pd è la casa dei riformisti e dei progressisti, tutti coloro che vogliono dare una mano nella fase costituente avviata e soprattutto per un'idea di Paese diversa da quella della destra è benvenuto», spiega Chiara Gribaudo, coordinatrice dei comitati della Schlein. «Abbiamo avviato una fase costituente, votata all'unanimità, che prevedeva un Articolo Uno ed eravamo tutti d'accordo», gli fa eco il deputato Matteo Orfini che, invece, sostiene il presidente dell'Emilia Romagna. Anche Andrea Orlando, che non ha ancora ufficializzato il suo sostegno per uno o per l'altro dei principali competitor, chiarisce: «Sono per allargare più possibile a tutte le forze democratiche. L'invito deve essere rivolto non solo ad Articolo Uno, ma a tutto il campo del centrosinistra che non si riconosce nel Pd».

La senatrice Valeria Valente, sostenitrice di Bonaccini, puntualizza: «Per me resta viva l'esigenza di una vocazione maggioritaria del Pd e più si allarga e meglio, ma non sono favorevole a un partito che rappresenta solo un blocco sociale predefinito. È, perciò, importante sulla base di quale proposta e di quale idea di Paese ritornano gli esponenti di Articolo Uno». Secondo il sondaggista Carlo Buttaroni, fondatore dell'Istituto Tecné, i candidati alle primarie stanno cercando il dialogo con gli ex compagni di partito «perché il valore simbolico e politico di ciò che rappresenta quell'area è molto più alto del suo valore elettorale». Detto, in poche parole, non sarà quell'1% di militanti di Articolo Uno a decidere le sorti del congresso, ma il loro rientro è cruciale per «chiudere definitivamente la fase renziana e le varie scissioni», come spiega Buttaroni. «Non bisogna, poi, dimenticare che hanno aderito ad Articolo 1 tre ex segretari del Pd e una definitiva ricongiunzione equivarrebbe a ricomporre l'album di famiglia», aggiunge il sondaggista che mette in guardia il Pd dal rischio di spostare l'asse troppo a sinistra. «Mah, questo è proprio l'unico rischio che non vedo», ironizza Orlando, mentre Orfini sentenzia: «Credo che il Pd debba essere un partito che non ha paura della parola sinistra». Buttaroni, però, avverte il Pd: «Sul jobs act, i bersaniani, oggi, come voterebbero? Il prossimo segretario saprà tenere insieme visioni diverse sui temi più importanti? La domanda fondamentale è questa».

E, se dentro la buvette, gli esponenti di Articolo Uno rassicurano sul rientro nel Pd, anche in caso di una vittoria di Bonaccini perché «non significa nulla che sia stato renziano visto che, negli anni recenti, lo sono stati milioni di persone», il coordinatore del partito, Arturo Scotto, precisa che nulla è anche stabilito: «Quello che conta è la sostanza del processo. Se si tratta di una forza socialista oppure di una riproposizione dello schema vecchio. Su questo decideremo».

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